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Nel corso dei precedenti articoli, abbiamo esplorato le principali strategie operative per la gestione del portafoglio obbligazionario e come sfruttare la curva dei rendimenti per ottenere vantaggi competitivi. Ora ci concentreremo su come gestire un portafoglio in modo attivo e dinamico, per adattarsi alle mutevoli condizioni di mercato e massimizzare il rapporto tra rischio e rendimento.

La gestione attiva del portafoglio obbligazionario

Gestire attivamente un portafoglio obbligazionario significa monitorare costantemente i mercati, prendere decisioni rapide e spostare risorse tra diverse obbligazioni o strategie per sfruttare le opportunità che emergono. A differenza di una strategia Buy&Hold, dove si acquista un’obbligazione per portarla a scadenza, la gestione attiva implica che l’investitore modifichi il portafoglio sulla base delle condizioni del mercato e delle aspettative sui tassi di interesse o sui rischi di credito.

Vantaggi della gestione attiva

  1. Maggiore reattività: Con una gestione attiva, siamo in grado di reagire rapidamente ai cambiamenti nei tassi di interesse, nelle condizioni macroeconomiche o nel merito creditizio degli emittenti. Questo ci permette di adattare il portafoglio in base alle circostanze e di proteggere i nostri investimenti dai rischi in evoluzione.
  2. Possibilità di cogliere opportunità: Un portafoglio attivo ci consente di identificare e sfruttare opportunità di rendimento che potrebbero non essere disponibili in una gestione passiva. Se i tassi di interesse aumentano o diminuiscono rapidamente, la gestione attiva permette di ottimizzare la composizione del portafoglio per cogliere le variazioni di prezzo delle obbligazioni.
  3. Ottimizzazione del rischio/rendimento: Con un monitoraggio continuo e l’adozione di strategie avanzate, possiamo migliorare il rapporto tra rischio e rendimento del portafoglio, sfruttando le dinamiche di mercato a nostro favore.

Svantaggi della gestione attiva

Nonostante i vantaggi, la gestione attiva presenta alcuni limiti. In primo luogo, richiede tempo e competenze, poiché è necessario monitorare costantemente i mercati e fare analisi approfondite. Inoltre, comporta maggiori costi operativi, poiché ogni acquisto o vendita di obbligazioni comporta commissioni e potenziali tasse. Per questo motivo, la gestione attiva è più adatta a investitori che possono dedicare tempo alla gestione diretta dei loro investimenti o che si avvalgono di consulenti esperti.

La gestione dinamica: flessibilità e adattamento

Una strategia dinamica, a differenza di una gestione rigida, richiede una mentalità aperta e la capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato obbligazionario. Essere dinamici significa essere pronti a modificare le proprie decisioni di investimento basandosi su nuove informazioni e sviluppi economici, senza cadere in dogmi o schemi fissi.

Flessibilità tra strategie

Uno degli approcci più efficaci per gestire in modo dinamico un portafoglio obbligazionario è combinare le diverse strategie che abbiamo già visto:

  1. Passare dalla Laddering alla Bullet: Se ci aspettiamo un aumento significativo dei tassi di interesse, potremmo temporaneamente ridurre la nostra esposizione a scadenze molto lunghe, aumentando il focus su scadenze ravvicinate (strategia Bullet). Una volta che il mercato obbligazionario si stabilizza, possiamo tornare alla Laddering, sfruttando una curva dei rendimenti più favorevole.
  2. Adattamento della Barbell: La strategia Barbell è particolarmente adatta in mercati volatili, poiché offre flessibilità tra breve e lungo termine. Quando la volatilità diminuisce e si prevede un periodo di stabilità, potremmo decidere di ridurre la parte del portafoglio a breve termine, aumentando invece le obbligazioni a lungo termine.
  3. Strategia sui tassi forward: Se i tassi forward indicano un possibile aumento dei tassi a breve termine, potremmo concentrare le risorse su obbligazioni a scadenza breve, mantenendo una durata del portafoglio ridotta. Al contrario, se ci aspettiamo una stabilizzazione o un calo dei tassi, potremmo spostare una maggiore quota del portafoglio su obbligazioni a lungo termine.

Bilanciare rischio e rendimento

Uno dei principi chiave nella gestione attiva e dinamica del portafoglio obbligazionario è il bilanciamento tra rischio e rendimento. Questo significa che non ci limiteremo a cercare il massimo rendimento, ma lo faremo tenendo sotto controllo i rischi associati ai nostri investimenti. Ecco alcuni fattori da considerare:

1. Rischio tasso

Il rischio tasso rappresenta il rischio che il valore delle obbligazioni nel nostro portafoglio diminuisca a causa di un aumento dei tassi di interesse. Per minimizzare questo rischio, possiamo ridurre la duration del portafoglio acquistando obbligazioni a breve termine durante periodi di incertezza economica o di attesi aumenti dei tassi.

2. Rischio di credito

Il rischio di credito riguarda la possibilità che l’emittente di un’obbligazione non sia in grado di ripagare gli interessi o il capitale. Per gestirlo, possiamo diversificare il nostro portafoglio tra obbligazioni con rating elevati e bond con profili di rischio/rendimento più alti, monitorando regolarmente il merito di credito degli emittenti.

3. Rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è il rischio che non sia possibile vendere un’obbligazione al prezzo desiderato o entro un periodo di tempo ragionevole. Questo rischio può essere ridotto investendo in obbligazioni negoziate su mercati regolamentati o con elevati volumi di scambi.

Integrare strumenti di analisi avanzata

Per gestire un portafoglio obbligazionario in modo dinamico, è fondamentale utilizzare strumenti di analisi per valutare e monitorare costantemente l’evoluzione dei mercati. Alcuni degli strumenti più utili sono:

  • Analisi della curva dei rendimenti: Come abbiamo visto negli articoli precedenti, la curva dei rendimenti fornisce preziose informazioni sull’andamento dei tassi di interesse e sulle aspettative del mercato. Analizzare i movimenti della curva ci consente di prevedere cambiamenti nei tassi e regolare la duration del portafoglio di conseguenza.
  • Tassi forward: Monitorare i tassi forward ci aiuta a prevedere i tassi di interesse futuri e a posizionare il nostro portafoglio in modo ottimale per sfruttare eventuali variazioni.
  • Indicatori macroeconomici: Prestare attenzione a dati come l’inflazione, il PIL e le decisioni di politica monetaria delle banche centrali ci aiuta a capire in che direzione potrebbero muoversi i tassi di interesse.

La gestione del rischio attraverso la diversificazione

La diversificazione è uno dei modi più efficaci per ridurre i rischi di un portafoglio obbligazionario. Diversificare significa distribuire il capitale tra diversi emittenti, durate e tipi di obbligazioni. Questo approccio permette di ridurre l’impatto negativo che un singolo emittente o un singolo evento potrebbe avere sull’intero portafoglio.

Diversificazione per emittente

Investire in obbligazioni di emittenti diversi, che siano governativi, corporate o sovranazionali, ci aiuta a ridurre il rischio che un singolo emittente possa influire negativamente sul rendimento complessivo del portafoglio.

Diversificazione per scadenza

La diversificazione per scadenza è uno dei pilastri delle strategie come la Laddering o la Barbell. Distribuire il capitale tra obbligazioni a breve e lungo termine permette di bilanciare liquidità e rendimento, gestendo al meglio il rischio tasso.

Diversificazione per tipo di obbligazione

Un’altra dimensione della diversificazione riguarda l’acquisto di obbligazioni con strutture diverse (a tasso fisso, a tasso variabile, zero coupon). Questo ci aiuta a ridurre l’impatto delle variazioni dei tassi di interesse sul portafoglio.

Conclusione sulla gestione attiva e dinamica del portafoglio obbligazionario

Gestire un portafoglio obbligazionario in modo attivo e dinamico richiede competenze, tempo e una costante attenzione ai movimenti di mercato. Tuttavia, se ben eseguita, questa strategia può portare a rendimenti superiori e a una maggiore capacità di gestire i rischi.

Combinando le strategie che abbiamo appreso in questo percorso — dalla Laddering alla Barbell, passando per l’Arbitraggio della Curva — con una gestione attiva e un’attenta analisi dei mercati, possiamo costruire un portafoglio solido e performante, in grado di resistere alle sfide del mercato obbligazionario.

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Dr.Massimo Gotta è un giornalista-pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torini. Laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani e tra i fondatori del Circolo degli Investitori. Ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario: è stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, il gruppo bancario Mediobanca, infine Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. E’ coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni”, ed autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock”, Experta, (2006).

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