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Dopo aver compreso le basi del regime fiscale e le modalità di quotazione delle obbligazioni nel primo articolo, oggi ci concentreremo su un aspetto essenziale dell’investimento obbligazionario: il calcolo del rendimento. Questo è il criterio principale con cui si confrontano obbligazioni con caratteristiche simili. Vedremo anche come fattori come le tasse e il disaggio di emissione influiscono sul rendimento netto.

Rendimento a scadenza: cosa significa?

Quando si parla di rendimento di un’obbligazione, solitamente ci si riferisce al rendimento a scadenza (Yield to Maturity, abbreviato YTM). Il rendimento a scadenza rappresenta il rendimento totale lordo che si otterrà portando l’obbligazione fino alla sua scadenza. Questo include non solo le cedole periodiche, ma anche il guadagno o la perdita sul capitale derivante dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di rimborso.

Facciamo un esempio semplice per chiarire:

  • Supponiamo di acquistare un’obbligazione a 100 che paga una cedola del 3% annuo e scade tra 3 anni, con rimborso a 100. In questo caso, il rendimento a scadenza sarà esattamente 3% all’anno, perché il prezzo di acquisto coincide con il prezzo di rimborso e le cedole sono fisse.

Tuttavia, se acquisto la stessa obbligazione a 98, il rendimento sarà superiore al 3%, poiché, oltre a incassare le cedole, otterrò anche un guadagno in conto capitale (la differenza tra 98 e 100). Al contrario, se la acquisto a 102, il rendimento sarà inferiore al 3%, perché realizzerò una perdita in conto capitale al rimborso.

Il calcolo del rendimento netto

Per gli investitori retail, il calcolo del rendimento netto è fondamentale, poiché le tasse possono influire significativamente sul rendimento finale. Vediamo ora come calcolare approssimativamente il rendimento netto, partendo dal rendimento lordo.

Il rendimento netto si ottiene moltiplicando il rendimento lordo per un coefficiente che tiene conto dell’aliquota fiscale applicabile:

  • Se l’aliquota è del 12,5%, si moltiplica il rendimento lordo per 0,875.
  • Se l’aliquota è del 26%, si moltiplica il rendimento lordo per 0,74.

Facciamo un esempio concreto:

  • Se acquisto un’obbligazione che ha un rendimento lordo del 3% annuo e applico l’aliquota fiscale del 12,5%, il rendimento netto sarà:3% × 0,875 = 2,63%.
  • Se invece la stessa obbligazione è tassata al 26%, il rendimento netto sarà:3% × 0,74 = 2,22%.

È importante ricordare che questo calcolo semplificato funziona solo se non ci sono altri elementi da considerare, come il disaggio di emissione o il capital gain derivante da una vendita anticipata del titolo.

Come calcolare il rendimento a scadenza (YTM)

Il rendimento a scadenza può essere calcolato facilmente utilizzando strumenti come Excel, che offre diverse funzioni per i calcoli obbligazionari. Le funzioni più utilizzate sono:

  • REND: una funzione che calcola il rendimento di un’obbligazione in modo rapido, ma con una precisione limitata.
  • TIR.X: una funzione più avanzata e precisa, che consente di calcolare il rendimento a scadenza di obbligazioni a tasso fisso e anche di stimare il rendimento per obbligazioni non a tasso fisso, come i titoli step-up (che pagano cedole crescenti nel tempo).

Vediamo come funziona la TIR.X con un esempio pratico. Supponiamo di voler calcolare il rendimento a scadenza di un titolo step-up, acquistato al prezzo di 101,25, che paga una cedola del 2,5% e scade nel 2026 con rimborso a 100. Utilizzando la funzione TIR.X e inserendo i flussi di cassa, otteniamo una stima accurata del rendimento.

I flussi di cassa negativi includono il prezzo di acquisto e l’eventuale rateo di interesse anticipato, mentre i flussi di cassa positivi includono le cedole e il rimborso del capitale.

La capitalizzazione composta: cosa comporta

Un elemento importante da considerare nel calcolo del rendimento è che la capitalizzazione composta viene utilizzata per calcolare il rendimento a scadenza, poiché le obbligazioni sono investimenti di medio-lungo termine. Questo significa che i rendimenti non vengono calcolati solo sul capitale iniziale, ma anche sugli interessi già maturati. Teoricamente, gli investitori dovrebbero reinvestire ogni cedola alla stessa condizione dell’investimento originale per massimizzare il rendimento.

Tuttavia, per gli investitori retail, questa pratica può essere difficile da realizzare, poiché le cedole percepite potrebbero non essere sufficienti per raggiungere il lotto minimo richiesto per reinvestire in un’altra obbligazione. Ad esempio, se l’obbligazione paga una cedola netta inferiore a 1.000 euro, non sarà possibile reinvestirla immediatamente, il che ridurrà il rendimento effettivo.

Il rendimento netto reale: un confronto tra teoria e pratica

A causa di queste difficoltà nel reinvestire le cedole, il rendimento reale che si ottiene può essere inferiore al rendimento teorico calcolato utilizzando la capitalizzazione composta. Questo è un aspetto importante da tenere presente, soprattutto per le obbligazioni a lungo termine, poiché la capitalizzazione composta genera un andamento esponenziale del rendimento, che si amplifica con il passare del tempo.

In generale, le differenze tra il rendimento teorico e quello reale sono minime su scadenze brevi, ma tendono a crescere con scadenze più lunghe. Per questo motivo, è essenziale considerare il rendimento netto reale quando si pianifica un investimento obbligazionario.

Rendimento a scadenza per obbligazioni a tasso variabile

Un aspetto importante del calcolo del rendimento è che il rendimento a scadenza può essere calcolato in modo preciso solo per le obbligazioni a tasso fisso o per i titoli zero coupon. Per le obbligazioni a tasso variabile, come i CCT, è possibile fare solo una stima, poiché i flussi cedolari futuri non sono predeterminati.

Anche in questo caso, la funzione TIR.X può essere utile per stimare il rendimento di obbligazioni a tasso variabile. Vedremo nel prossimo articolo come applicare questa funzione a titoli con cedole variabili e step-up, e analizzeremo diverse modalità per stimare il rendimento futuro di obbligazioni con flussi non certi.

Conclusione sul calcolo del rendimento delle obbligazioni e impatto fiscale

Il calcolo del rendimento è un passaggio fondamentale per chiunque voglia investire con successo in obbligazioni. In questo articolo abbiamo esplorato le basi per calcolare il rendimento a scadenza e come le tasse e la difficoltà di reinvestire le cedole influiscano sul rendimento netto reale.

Nel prossimo articolo, vedremo come stimare il rendimento delle obbligazioni a tasso variabile e approfondiremo ulteriormente l’utilizzo di strumenti come Excel per semplificare il calcolo dei rendimenti.

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Dr.Massimo Gotta è un giornalista-pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torini. Laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani e tra i fondatori del Circolo degli Investitori. Ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario: è stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, il gruppo bancario Mediobanca, infine Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. E’ coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni”, ed autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock”, Experta, (2006).

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