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Cosa sono i fondi alternativi

In un contesto criptico come l’attuale, è utile pensare al di fuori dalle asset class tradizionali come azioni e obbligazioni. Ovviamente le asset class tradizionali avranno sempre un posto privilegiato nei portafogli degli investitori, ma in questo momento stiamo parallelamente investigando le opportunità date dai fondi alternativi.

La categoria “Alternativi” – comunemente definiti come “Alt” – identifica una particolare categoria fondi attivi che utilizzano strategie simili agli Hedge Fund. Le strategie alternative hanno ulteriormente frazionato l’universo dei fondi comuni, andando oltre le tradizionali classificazioni basate sulle attività finanziarie (azioni, obbligazioni e liquidità), sulle aree geografiche o i settori. Queste categorie identificano le strategie di investimento adottate in luogo dell’indicazione delle asset class sottostanti, e si possono suddividere in:

  • Alt-Azionario market neutral, a volte definiti anche come Long/Short o Totalreturn: in questa categoria i gestori cercano di ridurre il rischio globale di portafoglio assumendo posizioni lunghe o corte a seconda del loro modello di calcolo.
  • Alt-Debt arbitrage: questa strategia è prettamente obbligazionaria ed è volta ad identificare particolari inefficienze tipiche di tale mercato;
  • Alt-Event driven: i gestori tentano di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi dei titoli dovute a determinati eventi societari, come la bancarotta, le fusioni e acquisizioni;
  • Alt-Global macro: come dice la parola stessa questi fondi basano le decisioni di investimento sull’analisi della situazione macro-economica delle loro aree di intervento;
  • Alt-Long/short debt: speculari ai Long/Short azionari, essi assumono posizioni lunghe e corte su titoli obbligazionari;
  • Alt-Multistrategy: questa particolare categoria fornisce al gestore una libertà massima di azione, poiché è possibile spaziare anche al di fuori del consueto universo investibile acquistando, ad esempio, immobili;
  • Alt-Systematic Future: sono particolari tipologie di fondi che mirano a investire sui mercati regolamentati di azioni, obbligazioni, future su materie prime e valute su scala globale attraverso i contratti a termine.
  • Alt-Volatilità: adottano strategie direzionali cercano di trarre profitto dalla volatilità implicita incorporata nei derivati e riferita ad attività sottostanti.
  • Alt-Real Estate: Le strategie Real Estate investono in fondi che acquistano o vendono beni immobili, che possono comprendere immobili commerciali o retail o debito immobiliare
  • Alt-Infrastrutturali: le strategie infrastrutturali investono in ‘asset reali’, legate al mondo delle infrastrutture. Quali ponti, strade, aeroporti e parchi eolici, ma possono investire anche in progetti di sviluppo sociale, che spaziano dagli ospedali alla sostenibilità degli oceani.

Inoltre, gli investimenti alternativi si possono definire come liquidi o illiquidi. Le posizioni più illiquide e più lunghe tendono ad avere prospettive di maggiore rendimento, a cui si associano però anche maggiori costi di liquidità. Degli alternativi illiquidi fanno parte, per esempio, il Private Equity e l’immobiliare che, in genere, fissano limiti di prelievo. Fondamentalmente, gli alternativi liquidi riescono a essere scambiati o venduti più facilmente rispetto a quelli illiquidi. In genere, sfruttano le opportunità di arbitraggio o adottano strategie per cercare di generare rendimenti a prescindere dalla direzione generale seguita dai mercati. Nel panorama rischio-rendimento è presente un ventaglio diversificato di soluzioni alternative. Gli investitori possono così puntare sulla strategia più adatta al loro portafoglio a seconda del budget di rischio, rendimento e diversificazione obiettivo.

Vale la pena cercarli?

Come sappiamo purtroppo le classificazioni dei fondi sono spesso fonte di confusione estrema: ciò che da una parte si trova come ritorno assoluto, da un’altra si trova come alternativo, da un’altra ancora long/short e così via.

Per questi motivi la ricerca rischia di diventare a tratti tediosa per l’investitore.

Noi abbiamo cercato per voi, e sinceramente non ce la sentiamo di fare proclami sensazionalistici: in sostanza non abbiamo trovato dei fondi alternativi davvero sorprendenti, ma forse non è neppure questo il loro intento. In particolar modo, sembra che tutte le classi definite “market neutral” stiano segnando il passo nel 2019.

Come elencato sopra, tra gli alternativi si annoverano anche quelli legati alle infrastrutture, dei quali abbiamo già discusso in un articolo specifico https://www.circoloinvestitori.it/fondi-infrastrutture-cresceranno-ancora/ dunque non andremo a ripetere quanto già precedentemente espresso.

Fra i tanti fondi analizzati, quelli che hanno uno storico maggiore, e che ci sentiamo di citare in questo articolo sono due:

Nordea 1 Alpha 10 MA BP EUR LU0445386369

Questo è uno dei pochi fondi alternativi che pur nella sua erraticità continua a rivedere costantemente nuovi massimi figura1.

Nordea 1 Alpha 10 LU0445386369

In figura 2 vediamo un riassunto dell’andamento storico del fondo rispetto al benchmark (mercato di riferimento) . Tranne che nel caso del 2018, il fondo ha sempre sovraperformato l’indice di riferimento e mostra una volatilità negativa tutto sommato accettabile. Attenzione però che questi dati a volte possono fuorviare il lettore perché basati su rilevazioni anno su anno. Analizzando il grafico scopriamo che il drawdown massimo, sviluppatosi su più anni, anche in questo caso è nell’ordine degli 11 punti percentuali.

Analisi Nordea Alpha 10

RAM (Lux) Systematic Long/Short Europ. Eqs B EUR LU0705071453

Di questo fondo ne abbiamo già discusso in un articolo sul sito: https://www.circoloinvestitori.it/ram-lux-systematic-long-short-lu0705071453/ e lo avevamo definito come uno dei pochi long/short che funziona davvero, salvo poi incepparsi anche lui. Vediamo allora a che punto siamo.

RAM Systematic LongShort Europ EUR LU0705071453 2019

Il gestore sembrava davvero avere la pozione magica, poi dopo l’End-Peak registrato a inizio 2018 è iniziato un lento ma progressivo declino.

Se guardato nel lungo periodo, questo fondo continua ad avere, secondo noi, le potenzialità per fare molto bene in futuro. Oltretutto, va sottolineato che il drawdown di oggi è ancora in linea con il massimo storico che è stato del -11% come evidenziato in figura3. Sul nostro RendimentoFondi Magazine avevamo detto che prima di procedere ad un inserimento in portafoglio valeva la pena aspettare di vedere un Bottom sul grafico che puntuale si è presentato.  Molto importante sottolineare che il Trendycator Oscillator è in divergenza positiva. Attenzione però, sappiamo che i Bottom possono anche susseguirsi nel tempo, dunque un ingresso aggressivo potrebbe anche implicare una chiusura in stop_loss sotto il livello del precedente Bottom. Al contrario, un ingresso più conservativo implica l’attesa di un Trendycator verde.

Conclusioni

In genere pensiamo che in un contesto come l’attuale, le obbligazioni non offrano più un riparo ovvio come nel passato, con tassi al rialzo e Banche centrali che riducono lo stimolo ed il supporto.

I mercati azionari lo sappiamo sono a prezzi elevati, nel lungo periodo crescono sempre, ma possono rimanere anche anni in stagnazione prima di rivedere nuovi massimi.

Aggiungere altre strategie al portafoglio può aiutare a diversificare in misura maggiore il portafoglio e a ridurre la correlazione tra i suoi componenti.

Come abbiamo visto, anche se l’idea è buona non è semplice orientarsi, e soprattutto quasi tutti questi Fondi pagano un po’ di volatilità. Terremo comunque gli occhi aperti alla ricerca di nuove occasioni da proporre ai nostri lettori.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è uno dei più noti consulenti finanziari italiani. E’ tra i fondatori di Rendimento Fondi ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, Trading Library, 2013, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha ideato il modello Trendycator che applica quotidianamente nella sua professione.

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