E’ la notizia di questi giorni, Jean Pierre Mustier CEO del gruppo Unicredit e dal 1 luglio 2019 Presidente della Federazione Bancaria Europea (EBF), ha sganciato una Molotov dichiarando: «Questi tassi negativi saranno trasferiti sempre di più ai clienti che hanno depositi consistenti».
Unicredit si prepara a fare da apripista in Italia recuperando l’impatto dei tassi di interesse negativi ribaltandoli sui clienti con depositi «ben al di sopra» dei 100.000 Euro. Ben al di sopra nessuno sa ovviamente cosa voglia dire, un milione è ben al di sopra ma anche 110.000 è ben al di sopra per noi.
Questa strategia sarà operativa, secondo le intenzioni, dal 2020 e comprendiamo bene quale portata dirompente possa avere sul risparmio degli italiani una notizia del genere. Per quanto si possa pensare, 100.000 Euro è una somma che moltissimi italiani posseggono, magari dopo una vita di lavoro, e non si capisce se verrà “tassata” solamente la parte eccedente o tutto il patrimonio.
Ma non solo, l’effetto dirompente sarà soprattutto a carico delle moltissime aziende che hanno ingenti liquidità sui conti perché non si fidano ad investire il denaro indispensabile per l’azienda in asset a rischio.
L’aspetto di maggior interesse che sta emergendo in questi giorni è che Unicredit non è a tutti gli effetti la prima in Europa a muoversi in questa direzione, ma è già attualità in UBS e in diverse banche tedesche.
In Italia Unicredit sta facendo da apripista, ma siccome la liquidità per i bilanci delle Banche è un costo, non ci stupirebbe scoprire che tutte le altre seguiranno a ruota; se non altro per evitare concorrenza imbarazzante tra i diversi istituti.
Mustier ha aggiunto «Offriremo ai clienti soluzioni alternative ai depositi come ad esempio investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo» definendola «Un’alternativa perfettamente accettabile».
Questo perché dovrebbe interessare i lettori di RendimentoFondi?
Come dichiarato dal CEO i clienti delle banche verranno spinti su gestioni, fondi e polizze, generando così una grande massa monetaria in movimento da fuori a dentro la Borsa. A questo aggiungiamo anche che l’anno prossimo ci saranno le elezioni USA delle quali abbiamo discusso nel nostro articolo: Presidenziali USA e rendimento S&P500.
Questi due aspetti combinati l’anno prossimo faranno quindi salire le borse?
E’ possibile ma al momento ancora prematuro per dirlo, ci sono ancora molti mesi di discussioni davanti. Sicuramente un presidente forte che magari porterà un maggior dialogo con la Cina e questa grande massa monetaria che si riverserà sui mercati “potrebbe” essere un discreto market mover.
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