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Come sappiamo sono già ferventi i preparativi per le prossime presidenziali USA che avranno luogo il prossimo anno. Risulta quindi intrigante e stimolante andare ad interrogare le serie storiche per provare a rispondere ad una domanda, per altro semplice. Le elezioni presidenziali influenzano il mercato azionario? Il “sentiment” degli investitori è influenzato dal surriscaldamento delle campagne politiche? C’è qualche tipo di modello che può essere evidenziato e da cui gli investitori possano trarre qualche vantaggio?

Abbiamo quindi esaminato il nostro database storico e abbiamo estrapolato per l’S&P500 le performance conseguite in ogni anno elettorale. Lo abbiamo fatto andando molto indietro, addirittura prima del secondo conflitto mondiale. Quando si esamina il rendimento dell’indice S&P500 per ogni anno elettorale dal 1928, si può vedere che negli ultimi 23 anni elettorali ci sono stati solo quattro anni in cui l’indice S&P500 ha avuto un rendimento negativo, come si evince dalla tabella qui sotto.

Tabella 1 – Anni elettorali e rendimento S&P500 – Fonte Circoloinvestitori.it

Potremmo quindi azzardare l’ipotesi che il binomio “Elezioni Presidenziali / Rendimento S&P500” dia orgine a dei cicli. Stando al dettaglio delle risultanze viste in tabella, verrebbe da dire che una strategia vincente potrebbe essere quella di investire ad inizio ottobre del secondo anno di mandato presidenziale e vendere il 31 dicembre del quarto anno.

Vi sembra ragionevole? Sì, apparentemente lo è, dati statistici alla mano, come tutti modelli che provano a cercare un vantaggio sul mercato da analisi di questo tipo, come ad esempio – sempre in merito all’indice USA – lo studio di finanza comportamentale in cui si è evinto che un’altra ricorrenza altamente intrigante è quella per cui durante l’intero ventesimo secolo, ogni anno di metà decennio (quindi gli anni che terminano per 5, e cioè 1905, 1915, 1925, ecc.), è stato un anno di Borsa redditizio.

Tuttavia, da qui a prendere decisioni di investimento su tali analisi potrebbe essere pericoloso. Infatti, tutti questi dati sono utili solo se il modello continua. Cioè, fermo restando il dettato statistico, siamo in presenza di quello che potrebbe essere definito un campione non rappresentativo poiché composto da pochi dati e quindi soggetto ad una deviazione standard potenzialmente molto elevata.

Infatti, dalla tabella è piuttosto semplice verificare che la strategia del “turno elettorale” avrebbe dato soddisfazione nel 2016 mentre sarebbe stato un disastro nel 2008. Ne consegue che interrogarsi sul futuro dei mercati basandosi sulle ricorrenze elettorali pare troppo aleatorio. Poiché con l’avvicinarsi delle elezioni su molta stampa specializzata si sprecano indagini di questo tipo, abbiamo voluto dire anche noi la nostra.

Rimaniamo fedeli al nostro motto: le performance in Borsa si fanno comprimendo e controllando il rischio. Molto meglio prendere decisioni di investimento basate su modelli “noiosi” ma di comprovata efficacia piuttosto che avventurarsi in studi e congetture che richiederebbero dati ben più numerosi per avere un’attendibilità statistica considerabile.

Buon Circoloinvestitori.it

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Dr.Massimo Gotta laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani e tra i fondatori del Circolo degli Investitori. Ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario: è stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, il gruppo bancario Mediobanca, infine Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. E’ coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni”, Trading Library, 2013 ed autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock”, Experta, (2006).

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