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La riunione di ieri della FED non ha riservato sorprese. Infatti, il Fomc ha tagliato i tassi d’interesse di 25 bps, esattamente come da attese del mercato, portandoli in una forchetta tra l’1,75% e il 2%. Il taglio segue quello già operato a luglio, a causa del rallentamento globale del commercio e delle incertezze legate anche alla guerra dei dazi.

Non si è fatta attendere la reazione velenosissima di Donald Trump, che da mesi sta letteralmente col fiato sul collo alla FED e si attendeva un taglio ben più cospicuo. Lapidario ha detto che la FED “non ha fegato”, inasprendo ancora di più – se possibile – i già tesi rapporti con Powell.

Ad onor del vero il comitato monetario è stato un po’ travagliato e anche diviso sulla decisione che è stata presa a maggioranza con sette voti favorevoli e tre contrari. Da ciò che risulta, due voti si sono espressi per tassi invariati mentre uno si è espresso per una riduzione di 50 bps.  

Powell non esclude comunque altri tagli, se necessario. In conferenza stampa Powell ha evidenziato come l’outlook sull’economia Usa sia favorevole e come di conseguenza la FED resti in attesa ma pronta ad intervenire. Intervento che avrebbe luogo se le prospettive diventassero più deboli, per cui “una sequenza più estesa di tagli potrebbe essere appropriata”, ha dichiarato Powell. Ha poi aggiunto che “non lo prevediamo, non è quello che ci aspettiamo ma sicuramente seguiremo questa rotta, se dovesse risultare necessario”.

Tuttavia, il banchiere centrale si è negato nel confermare che la FED sia ora più orientata a tagliare i tassi, poiché “restiamo dipendenti dai dati e prenderemo le decisioni riunione dopo riunione”. Di fatto, nessuna indicazione sul futuro, nessuna proiezione sulla guidance. Ed è forse proprio questo che ha mandato Trump su tutte le furie, che ha sparato a zero senza reticenze: “La FED ha fallito ancora una volta. Non hanno fegato, non hanno buon senso, non hanno visione! Powell è un terribile comunicatore!”.

Powell, dal canto suo, non commentato apertamente le critiche di Trump ma si limitato a ribadire che la FED rimarrà indipendente nelle sue decisioni. Ha poi aggiunto: “Io cerco di fare il mio lavoro al meglio nell’interesse degli americani” spiegando inoltre di non credere “che la Fed ricorrerà mai a tassi di interesse negativi, anche in tempi di crisi”, come Trump invece vorrebbe.

Naturalmente sulle prossime decisioni della Banca Centrale pesa la guerra dei dazi tra USA e Cina sul cui fronte si registrano comunque segnali positivi. I mercati non hanno dato particolare peso alle scaramucce tra Powell e Trump, concentrandosi di più sulle prospettive a medio termine e recuperando qualche posizione – in termini di quotazioni – dai minimi di settembre, portando quindi i rendimenti a stringersi un po’.

In merito all’analisi dei mercati obbligazionari nel loro complesso rimandiamo all’articolo “Analisi mercati finanziari” pubblicato pochi giorni fa.

Buon Circoloinvestitori.it

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Dr.Massimo Gotta laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani e tra i fondatori del Circolo degli Investitori. Ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario: è stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, il gruppo bancario Mediobanca, infine Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. E’ coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni”, Trading Library, 2013 ed autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock”, Experta, (2006).

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