In questo articolo condividiamo un interessante studio di S&P Indices, una divisione di S&P Global, sui fondi azionari attivi europei, cioè quelli dove il gestore ha molta libertà nella movimentazione dei titoli del comparto. In base a quanto risulta da questo studio pare di trovarsi davanti ad un vero e proprio flop dei fondi azionari attivi europei, poiché nel 90% dei casi non battono l’indice di riferimento nell’ultimo anno.
E’ però vero che il confronto tende a migliorare sui 5 e sui 10 anni, come vedremo più avanti, così come – forse un po’ inaspettatamente – i fondi azionari attivi italiani vanno meglio (sempre riferiti all’ultimo anno) degli europei poiché “solo” nell’81% dei casi le loro performance sono inferiori all’indice di riferimento.
Leggendo questo studio verrebbe quasi voglia di non prendere più in considerazione tale categoria di fondi, ma se da un lato è vero che sono pochissimi quelli che danno valore è altrettanto vero che vale la pena scovarli e inserirli in portafoglio. D’altra parte, anche la divisione Studi & Ricerche di Mediobanca pubblica la relazione annuale sul risparmio gestito, dando una fotografia impietosa del mondo dei fondi.
Tuttavia, è ormai cosa nota: con diverse migliaia di fondi oggi disponibili è normale che solo una piccola parte sia di eccellenza, per cui il problema è semmai avere degli strumenti per individuare i cavalli vincenti piuttosto che uniformarsi alla media. Ecco perché abbiamo creato il Trendycator e l’ETI, ma questa è un’altra storia per cui torniamo ad occuparci dello studio di S&P Indices.
Lo studio in parola fotografa la situazione al 30 giugno scorso e mette in evidenza che in un anno il 90% dei fondi azionari attivi europei ha reso meno del corrispondente indice S&P Europe 350, una percentuale che migliora se si considera un arco di tempo più lungo. Infatti, sui 3 anni è l’82,6% dei fondi di questa categoria ad aver fatto peggio del proprio indice, anche se a 10 anni la percentuale risale di nuovo e va all’88%. Come detto poco sopra, i fondi azionari attivi nostrani vengono battuti dall’indice nell’81% dei casi, quindi si comportano meglio dei loro omologhi europei.
Lo studio butta un occhio anche sui i fondi specializzati su Piazza Affari (quindi azionario Italia) e risulta che nell’ultimo anno – sempre al 30 giugno scorso – hanno perso in media il 2,6% rispetto all’indice S&P Italy che ha guadagnato lo 0,64%. Anche sui tre anni hanno guadagnato meno di quanto abbia fatto l’indice mentre sui cinque e i dieci anni fanno meglio i gestori, che segnano quindi un punto a loro favore.
La tabella qui sotto mette a confronto le performance dei fondi rispetto agli indici di riferimento, sintetizzando quanto esposto poco sopra e offrendo un buon colpo d’occhio a livello globale dello studio in parola.

I risultati messi a confronto non sono entusiasmanti, vero, e in alcuni casi anche poco lusinghieri. Tuttavia non va dimenticato che lo studio di S&P Indices sui fondi azionari attivi europei è ovviamente una media per macro categoria; ne deriva che se è vero che i fondi azionari attivi area euro hanno registrato una performance di -1% a fronte di un 2% del mercato è anche vero che questa è una media e quindi qualche fondo avrà fatto meglio del mercato.
In conclusione, fermo restando la validità dello studio – che tra l’altro ci ricorda che è sempre bene saper scegliere con il giusto metodo gli strumenti da mettere in portafoglio – ciò che si evince è che mai come oggi è indispensabile essere “forniti” di modelli quantitativi a supporto delle decisioni di investimento di provata efficacia, proprio per scovare le perle nel mare del risparmio gestito.
E questo è quello che fa RendimentoFondi, grazie ai modelli ETI e Trendycator che sono un validissimo ed imprescindibile ausilio per le strategie di investimento e di portafoglio.
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