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Come si sceglie un ETF? Quali parametri bisogna assolutamente valutare prima di inserirlo nei nostri portafogli?

In questo articolo vediamo quali sono gli elementi fondamentali per la scelta ottimale per il tuo portafoglio: se stai considerando di investire in un ETF, continuando a leggere potrai scoprire tutti gli elementi da tenere a mente.

I lettori di RendimentoFondi che ci seguono da tempo sapranno sicuramente che cosa sono gli ETF: fondi che replicano passivamente l’andamento di un indice sottostante. Come avrai notato, gli ETF hanno molti fattori, che spesso rendono difficile la scelta di uno piuttosto che un altro.

Qualsiasi sia la tua preferenza, prima di proseguire con l’articolo, vorrei ricordarti che ci sono almeno tre buoni motivi per investire in ETF: sono trasparenti, hanno costi bassi, e sono negoziabili nel breve periodo. Inoltre, per loro natura, garantiscono un grado di diversificazione piuttosto interessante. Per approfondire tutti questi aspetti, ti consiglio di leggere l’articolo che abbiamo dedicato, che puoi raggiungere cliccando qui.

Fatta questa breve introduzione, vediamo finalmente quali sono i parametri da valutare in un ETF, ovvero:

  • nome e indice sottostante
  • dimensione
  • metodo di replicazione
  • età
  • dividendi
  • valuta

I parametri da valutare

Prima di tutto, per valutare correttamente un ETF bisogna da due domande base. La prima è: in cosa voglio investire? Azioni, obbligazioni, materie prime o altro?

La seconda cosa da decidere è la strategia di diversificazione. Vuoi distribuire il tuo capitale su un’ampia classe di attività o catturare solamente un settore o un’area geografica specifici?

Una volta stabiliti questi due elementi, è possibile valutare nel dettaglio i vari ETF che si presentano nel vasto panorama degli investimenti.

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Il nome e l’indice sottostante

In primo luogo, si dovrebbe guardare la composizione dell’ETF. Il solo nome non è un’informazione sufficiente per prendere una decisione, soprattutto perché spesso si tratta di nomi criptici, fatti di sigle e numeri che a prima vista sembrano non dire nulla. In realtà non è così: ogni elemento ha un significato specifico, che ti consiglio di approfondire leggendo questo articolo.

Prendiamo ad esempio gli ETF legati al mondo delle energie rinnovabili, come l’iShares Global Clean Energy UCITS ETF. Dal nome, si può pensare che il fondo sia composto solamente da partecipazioni legate a questo settore. In questo caso è effettivamente così, ma ci sono altri ETF che se analizzati nel dettaglio, possono avere azioni in altri settori, come quello delle infrastrutture. Questo è importante, perché cambiando il focus dell’ETF, a cambiare sarà anche il suo rendimento.

Per questo motivo, è importante andare a controllare anche l’indice di riferimento dell’ETF in questione, considerando i seguenti elementi:  

  • Più l’indice è ampio, meglio rappresenta il suo mercato;
  • Un indice di mercato ampio è anche più diversificato;
  • Più un indice si concentra in particolari aziende, industrie e paesi, più sarà esposto a volatilità rispetto a un indice più ampio. Questo significa che porterà a performance migliori qualora l’industria o il Paese in questione dovesse ben performare in un dato momento, ma anche il contrario.

La dimensione dell’ETF

Il terzo fattore cui prestare attenzione include il numero di asset in gestione. Questo è importante perché un ETF con bassi livelli potrebbe essere poco liquido: ciò significa che sarà più difficile scambiare sul mercato un dato ETF. Al contrario, più esso sarà liquido, più è probabile che tu possa comprare e vendere rapidamente per un costo minimo.

Il metodo di replica

Gli ETF possono essere a replica fisica oppure a replica sintetica. La replica fisica prevede che l’ETF detenga tutti i titoli dell’indice e nelle stesse proporzioni, per fornire una performance il più accurata possibile.

La replica sintetica segue invece un indice sulla base di un contratto swap. Si tratta di un prodotto finanziario che paga all’ETF l’esatto rendimento dell’indice che segue. La replica sintetica libera un ETF dal possedere fisicamente i titoli dell’indice, il che è utile quando questi sono inaccessibili, illiquidi o così numerosi che tenerli tutti diventa poco pratico. 

Età dell’ETF

È più conveniente affidarsi a quelli che hanno una storia piuttosto lunga, o comunque sufficiente ad analizzare il suo percorso. Questo sia per vedere come ha performato nel corso del tempo, sia per scongiurare i rischi derivanti da una replica non ancora del tutto completa o non aggiornata, dovuta alla giovane età dell’ETF.

Dividendi: ad accumulazione o a distribuzione?

Gli ETF possono inoltre essere ad accumulazione o a distribuzione. Nel primo caso, gli utili non vengono distribuiti periodicamente sottoforma di dividendi come nel secondo caso: piuttosto, vengono reinvestiti nel fondo.

La differenza non si limita a questo elemento: c’è infatti anche un importante risvolto fiscale. Nel caso di un ETF a distribuzione, le entrate da dividendi che riceverete al momento della distribuzione del dividendo saranno decurtate dell’importo che si deve pagare al fisco per reddito da capitale. Al contrario, gli ETF ad accumulazione, reinvestendo gli utili, sono soggetti a tassazione solamente nel momento in cui si venderanno quote del fondo in questione.

Valuta

Il rischio valutario è la possibilità che i tuoi investimenti in valuta estera possano essere colpiti da un aumento dell’euro verso di loro. Per esempio, se l’euro si rafforza rispetto al dollaro, i titoli valutati in dollari nei quali hai investito diminuiranno. Allo stesso modo, se l’euro si indebolisce rispetto al dollaro, gli investitori europei godranno di un aumento dei rendimenti su quegli stessi investimenti. Il rischio valutario tende a livellarsi nel tempo e non è una grande preoccupazione per la maggior parte degli investitori a lungo termine, ma qualora avessi un orizzonte temporale più breve, è un aspetto di cui tenere conto. In questo caso, puoi proteggerti dai movimenti del tasso di cambio con quegli ETF che prevedono anche una copertura valutaria.

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Conclusioni

Per concludere il nostro articolo, se trovarsi di fronte a numerosi parametri da valutare può generare confusione all’inizio, con un po’ di pratica e di studio tutto questo può trasformarsi in una opportunità per differenziare gli investimenti, dopo aver fatto tutte le valutazioni del caso fra esigenze di portafoglio e orizzonte temporale.

Ora che hai capito quali parametri studiare per valutare un ETF, potrai dirigerti nella tua area personale per approfondirli, compresi i nostri Portafogli ETF.

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È stato editorialista di diverse testate giornalistiche di tipo finanziario prima di approdare a Rendimento Fondi, dove è diventato presto la punta di diamante del team editoriale. È considerato nell’industria uno degli analisti top expert del settore automotive. È laureato in Economia Aziendale e in Management Internazionale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

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