Il titolo è abbastanza provocatorio, ma ci avviciniamo a piè sospinto verso la fine del 2019 e come da tradizione inizia la ridda di previsioni di Borsa per il 2020. In questo articolo analizzeremo insieme le prospettive per il 2020 di due titani della finanza globale, JP Morgan e Goldman Sachs.
Chi ci conosce e guarda i nostri webcast sa perfettamente che noi non tentiamo di fare previsioni ma ci accontentiamo di seguire i mercati. Noi di RendimentoFondi abbiamo scelto il pragmatismo: pertanto, se è verde stiamo in posizione, se è rosso stiamo fuori, fine. Verde e rosso sono ovviamente i colori del Trendycator. A nostro modo abbiamo scelto di essere unici segnando una discontinuità totale con quanti popolano il variegato mondo del web.
Ciononostante, una informazione finanziaria degna di questo nome non può esimersi dal rendervi partecipi di quello che i grandi pensatori della finanza ci raccontano, tentando di trarre delle conclusioni utili per i nostri lettori.
Vediamo dunque le previsioni di Borsa per il 2020 di due titani della finanza globale, JP Morgan e Goldman Sachs.
Entrambe “oggi” sono d’accordo nel sostenere che le borse saliranno di buzzo buono anche nel 2020, ma sostengono la loro tesi con argomentazioni ben diverse.
Fino a pochi mesi fa ovunque si leggeva che il 2020 sarebbe stato l’anno della grande crisi con il conseguente crollo funesto delle borse. La locomotiva tedesca in recessione, le guerre commerciali tra Paesi, la Brexit, gli eventi climatici a distruggere tutto; insomma, una catastrofe di proporzioni bibliche.
Le tesi catastrofiste piacciono sempre tanto al web e a mio modo di vedere si intensificheranno nei prossimi anni con l’avvicinarsi del centenario dalla grande depressione, detta anche crisi del 1929.
Previsioni di Borsa per il 2020 JP Morgan
Oggi secondo quanto riporta JP Morgan i mercati hanno ritrovato l’ottimismo per un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina percepito come vicino. Questo anche grazie alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump il quale ha dichiarato che un accordo è “potenzialmente molto vicino”.
Anche il presidente cinese Xi Jinping ha detto che Pechino sta lavorando intensamente per evitare una guerra commerciale, salvo poi avvertire che avrebbe reagito se necessario (queste ormai paiono più frasi di circostanza che non di sostanza).
Nonostante persista il timore di un’escalation delle tensioni commerciali, JP Morgan ha affermato che il 2020 potrebbe essere un altro anno forte per le azioni.
Sempre secondo gli analisti di JP Morgan il 2020 potrebbe essere l’anno della “grande rotazione” – gli investitori privati solo ora si stanno progressivamente spostando dai fondi obbligazionari all’acquisto di fondi azionari, secondo loro l’ultima volta era accaduto nel 2013.
Gli analisti hanno affermato che la “posizione estremamente cauta” degli investitori privati quest’anno ha agito addirittura da freno per i mercati azionari, lasciandoli in balia degli investitori istituzionali.
Anni di alti flussi obbligazionari, come il 2012 e il 2017 – e ora il 2019 – sono stati generalmente seguiti da una sorta di transumanza verso l’azionario l’anno successivo.
L’analista di JP Morgan Nikolaos Panigirtzoglou ha dichiarato: “Dato che quest’anno si è rivelato un anno forte per i mercati azionari, aiutato da investitori istituzionali, dovremmo vedere gli investitori retail acquistare fondi azionari nel 2020. Ciò suggerisce che il 2020 potrebbe essere un altro anno forte per le azioni guidate dal retail piuttosto che dagli investitori istituzionali”
Quindi, in sostanza gli analisti sostengono che la grande massa degli investitori non è ancora entrata nei mercati azionari; come sappiamo il ciclo economico vuole che i primi a muoversi siano sempre gli istituzionali, seguiti poi dagli investitori privati chiamiamoli “evoluti” e in ultima battuta quelli che rimarranno col cerino in mano. Quindi, secondo questa predizione, se il 2019 è stato l’anno degli istituzionali c’è ancora spazio di guadagno per tutti.
Previsioni di Borsa per il 2020 Goldman Sachs
Goldman Sachs al pari sostiene che il rischio di una recessione globale rimane più limitato di quanto suggerito dall’appiattimento della curva dei rendimenti.
Secondo gli analisti, la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti sottrae attualmente circa 0,4 punti percentuali di crescita trimestrale annualizzata negli Stati Uniti e 0,6 punti percentuali in Cina; per questo motivo non conviene più a nessuno.
Addirittura, gli analisti hanno preparato un efficientissimo modello matematico che stima nei prossimi dodici mesi un rischio recessione per gli Stati Uniti pari al 20%.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, l’appiattimento della curva dei rendimenti negli ultimi anni è diventato sempre più frequente e dunque meno significativa del passato; così come anche la piena occupazione non è più un fattore interpretabile come sintomo di surriscaldamento economico. Dunque, correggendo queste distorsioni si riduce il rischio di recessione stimato.
Secondo Goldman Sachs il PIL statunitense cresciuto del 3.1% nel 2019, salirà ancora nel 2020 attestandosi al 3.4%.
Arrivando in Europa, la previsione è di un’Italia, UK e Germania che partiranno ancora col freno tirato per poi riprendere la crescita dalla seconda metà dell’anno, contribuendo a un PIL positivo anche per l’Eurozona attestandosi all’1.1%.
In Cina ci sarà un leggero calo, con un PIL in contrazione dal 6% al 5.8%.
Per quel che riguarda le aspettative sui tassi di interesse, si prevede che l’atteggiamento delle maggiori Banche Centrali rimarrà ancora accomodante l’anno prossimo.
A trainare i consumi secondo gli analisti potrebbe essere ancora il comparto abitativo, come commentato anche da noi in un recente articolo.
Goldman Sachs non fa proiezioni di borsa a lungo termine ma prevede comunque un proseguimento del trend positivo almeno nel primo trimestre dell’anno prossimo.
Conclusioni sulle previsioni di Borsa per il 2020
Non ci spingiamo oltre, sicuri che quando parla Goldman Sachs poi a cascata tutti si allineeranno al loro pensiero. Per questo motivo, ipotizziamo nei prossimi mesi un fiorire di articoli intrisi di positività a medio termine. Riteniamo sia interessante anche rimarcare quanto già espresso nel nostro precedente articolo Presidenziali USA e rendimento S&P500, ovvero che negli ultimi 23 anni elettorali ci sono stati solo quattro anni in cui l’indice S&P500 ha avuto un rendimento negativo. Ovviamente il 2020 sarà un anno di elezioni presidenziali, se due indizi fanno una prova…
Come sempre noi lasciamo i mercati esprimersi a loro piacimento pronti a intervenire nel caso dovessero mutare le prospettive nel breve termine.
Buon Circoloinvestitori.it
