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La parabola di Palantir è un caso da manuale di come un’azienda tecnologica possa trasformarsi in infrastruttura politica. Nata come piattaforma di analisi dati con applicazioni militari e di intelligence, oggi è diventata un fornitore centrale per governi, difesa e sanità, capace di intrecciare tecnologia, politica e finanza.

L’ombra lunga di Washington

Con l’insediamento della nuova amministrazione Trump, Palantir ha visto rafforzarsi un rapporto privilegiato con la Casa Bianca. I suoi sistemi sono sempre più integrati nei contratti pubblici americani: dall’IRS al Pentagono, fino alle agenzie di sicurezza interna. È un legame che accelera i ricavi, ma rende l’azienda anche vulnerabile al ciclo politico e al rischio di “captive client”: quando il tuo primo cliente è lo Stato, sei tanto solido quanto lo è la politica che ti sostiene.

L’espansione europea

Parallelamente, l’azienda ha annunciato un’espansione aggressiva in Europa. L’obiettivo è chiaro: difesa, infrastrutture, sanità pubblica, sicurezza digitale. Un mercato enorme, ma anche più regolato rispetto a quello statunitense. Tra GDPR, gare pubbliche e controlli antitrust, la partita europea sarà un test di legittimazione: Palantir dovrà dimostrare di saper coniugare la potenza della sua tecnologia con regole di trasparenza e tutela dei dati che finora non hanno mai rappresentato il suo punto di forza.

Le crepe nella reputazione

Nonostante la narrativa ufficiale parli di “auditabilità” e “controllo totale dei flussi informativi”, Palantir continua a essere associata a un uso controverso dei dati, soprattutto in ambiti come immigrazione, sorveglianza e sicurezza nazionale. Diversi fondi sovrani e investitori istituzionali europei hanno già manifestato dubbi: non tanto sulla redditività dell’azienda, quanto sulla sostenibilità reputazionale di un business che opera costantemente sul confine tra privacy e sicurezza.

Perché questa vicenda ci riguarda

Il caso Palantir è esemplare per chi guarda ai mercati con occhio critico. Ci ricorda tre cose:

  • la dipendenza da contratti governativi può trasformare un’azienda in colosso, ma anche renderla vulnerabile a un cambio di scenario politico;
  • l’Europa è terreno fertile ma ostico: opportunità e barriere regolatorie convivono;
  • la reputazione non è un dettaglio: senza una licenza sociale a operare, i contratti rischiano di non bastare a garantire crescita stabile.

Noi avevamo già citato Palantir in un articolo sull’Intelligenza Artificiale.

Palantir: il grafico in Borsa.

Titolo Palantir weekly. fonte dati Tradingview.com.

A guardare il grafico settimanale, le parole servono a poco. Chi avesse seguito il Trendycator già nel 2023 – quando pubblicammo la prima analisi – si troverebbe oggi davanti a un titolo che ha messo a segno un incredibile +1.400%.

Numeri che fanno impressione, ma non è nel nostro stile usarli come clickbait. Sarebbe scorretto fermarsi all’immagine patinata: difficilmente un investitore avrebbe mantenuto la posizione senza mai alleggerire lungo il percorso. Una presa di profitto ragionevole, ad esempio a inizio 2025, sarebbe stata la scelta più probabile e prudente.

Oggi Palantir continua a correre: ha superato nuovi massimi e si inserisce di diritto tra quei “titoli missile” di Wall Street che sembrano destinati a non scendere mai dall’Olimpo. Una definizione che fa gola, ma che la storia dei mercati ci ricorda essere sempre temporanea.

Nota

Questo articolo è informativo e non costituisce raccomandazione di investimento.
Fonti principali citate: Il Post, The Washington Post, Reuters, documenti e comunicazioni ufficiali di Palantir.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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