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Negli articoli precedenti abbiamo visto come in generale l’approccio all’investimento sui mercati obbligazionari sia ancora molto approssimativo, insieme ad alcune delle cause che determinano questo stato di cose.

Tuttavia, oltre all’aridità della matematica finanziaria e all’abuso di modelli teorici che poco hanno a che fare con la realtà dei mercati, sopravvivono tra molti investitori due convinzioni errate. Credenze che, nel tempo, sono state abilmente alimentate da un’industria che vive — più che dei risultati dei clienti — dei volumi che riesce a muovere.

È naturale che l’industria finanziaria abbia tutto l’interesse a orientare l’attenzione del pubblico verso ciò che genera commissioni elevate e margini ricorrenti: azioni, derivati, prodotti strutturati, criptovalute. Strumenti che hanno il potere di alimentare l’illusione di guadagni rapidi.

Con le obbligazioni si guadagna poco, meglio le azioni; le obbligazioni non sono interessanti, meglio le azioni; le obbligazioni sono fatte solo per essere portate sempre a scadenza.

Niente di più falso.

Infatti, le obbligazioni possono essere interessanti anche più delle azioni, perché offrono una varietà quasi infinita di strutture. E ogni struttura è adatta a particolari fasi di mercato e in particolari fasi del ciclo economico.

Ogni struttura, dalla più semplice alla più complessa, quando compresa a fondo e valutata correttamente può rivelare delle vere pepite.

I tassi sono in salita e i prezzi delle obbligazioni sono sotto pressione? Compro tassi variabili o zero coupon a breve scadenza, riducendo in modo significativo il rischio tasso.

I tassi sono in discesa e i prezzi delle obbligazioni volano? Investo sui tassi fissi, comprando quelli sottovalutati e vendendo quelli sopravvalutati.

Anche le borse stanno andando al rialzo? Compro obbligazioni Equity-Linked e sfrutto la caratteristica della quotazione a corso secco.

L’inflazione morde? Compro titoli Inflation-Linked che proteggono il potere d’acquisto del mio patrimonio, come ben hanno sperimentato gli investitori che avevano in portafoglio titoli governativi legati all’inflazione nel periodo 2022-2023 e che hanno espresso rendimenti a doppia cifra percentuale.

Altro aspetto è che con le obbligazioni si può guadagnare almeno quanto che con le azioni, con un rischio nettamente inferiore, come dimostrano le grandi banche d’affari USA.

Infatti, come forse abbiamo già detto, la voce di maggior profitto delle grandi banche d’affari americane è il trading sulle obbligazioni. Incredibile ma vero: la divisione alla quale le banche d’affari non rinuncerebbero mai sono le sale operative dove i trader istituzionali lavorano sui mercati del reddito fisso.

Senza contare che in termini di rapporto rischio/rendimento i risultati economici che si raggiungono con le obbligazioni possono arrivare ad essere anzhe 10 volte superiori all’investimento in qualunque altra asset class finanziaria.

E questo non lo diciamo noi, ma lo dimostrano i bilanci delle sale trading e i report interni delle divisioni che operano sui mercati del reddito fisso. Come noi, a suo tempo, abbiamo scoperto quando abbiamo preso sul serio le obbligazioni.

Troppo bello per essere vero?

No, questa è la realtà dei fatti. E il motivo è tanto semplice quanto poco considerato.

Tutte le metodologie operative su azioni, derivati o opzioni sono in mano alla statistica. Ed è normale che sia così: lo studio dei mercati e dell’analisi tecnica nasce per portare a proprio favore le probabilità di successo di un’operazione. E avere tra il 70% e l’80% di probabilità di successo è già un ottimo risultato.

Ma se approccio i mercati azionari con l’analisi fondamentale, cioè faccio l’esercizio improbo di calcolare i fair price delle azioni, passo dalla statistica all’aleatorietà pura. Chi ha un po’ di conoscenze della materia sa molto bene che il fair price di un titolo azionario può essere calcolato in molti modi diversi.

E ogni metodo fornisce, ovviamente, un risultato diverso. Basta sfogliare gli annali delle previsioni di analisti e “guru” di mercato per accorgersi che i fair value centrati davvero si contano sulle dita di una mano.

Di contro, tutte le metodologie operative e di valutazione delle obbligazioni sono in mano alla matematica.

Se il fair price di una azione è quanto di più misterioso possa esistere, il fair price di una obbligazione (soprattutto se a tasso fisso) può essere calcolato in ogni istante di mercato; se le azioni sono una scommessa sul futuro, il rendimento ed il prezzo di una obbligazione sono il risultato di una formula.

Con calcoli accessibili a tutti.

Il modello di valutazione in Asset Swap Spread, stato dell’arte dell’operatività con le obbligazioni, ci permette di non avere nessun margine di incertezza o di errore sui titoli realmente sottovalutati da inserire in portafoglio.

Un modello che permette di valutare ogni tipologia di obbligazione, da quelle appartenenti alla stessa “famiglia” a quelle di “famiglie” diverse ma con caratteristiche simili. 

Con tutto quello che ne consegue a livello di possibilità di investimento e di trading.

Dal 2008 ad oggi abbiamo letteralmente trasformato la nostra visione e la nostra operatività, facendo delle obbligazioni un punto fermo, il cuore del nostro portafoglio.

E grazie a questo, nel corso di tutti questi anni, siamo riusciti a far crescere i nostri risparmi ben più di quanto pensavamo possibile con rischi così contenuti.

E questa esperienza ci ha insegnato che il modo migliore per investire bene non è rincorrere potenziali rendimenti sempre più elevati ma riuscire ad ottenere un solido rapporto rischio/rendimento nelle scelte operative.

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Dr. Massimo Gotta, giornalista-pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. Laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani, tra i fondatori del Circolo degli Investitori e ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario. Ha lavorato per il gruppo bancario Mediobanca e per Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. È stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. È coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni” (TradingLibrary 2013) e autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock” (Experta 2006). Disclaimer: L’autore Massimo Gotta non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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