Come avevamo promesso durante il nostro Tour di febbraio arrivano le obbligazioni su RendimentoFondi, sia nella versione web sia – a maggior ragione – nella versione cartacea del nostro neonato magazine mensile. Ecco quindi l’analisi dei mercati del reddito fisso, di cui qui per ovvie necessità di snellezza presentiamo il sunto di quanto potete trovare approfonditamente sul mensile RendimentoFondi Magazine.
Le ultime decisioni di FED e BCE hanno portato ad una rapida e violenta riduzione dei rendimenti su tutto il tratto delle curve e di fatto abbiamo toccato i nuovi minimi del 2019. E ovviamente di converso i prezzi delle obbligazioni sono saliti verso nuovi massimi. Sostanziali modifiche sono anche venute in merito alle aspettative del mercato, che è rimasto spiazzato, in tema di tassi come si vede bene dall’analisi delle curve qui di seguito.
Area Euro
Analizzando la ZC Yield Curve dell’area Euro troviamo rendimenti impliciti in netta contrazione rispetto al mese scorso, con il tratto a lunga che si trova sopra area 1,10% di rendimento solo a partire dalle scadenze 2041 per raggiungere al massimo area 1,15% di rendimento per le scadenze 2049. Sulla scadenza “benchmark” a 10 anni siamo in area 0,53% e anche sul tratto a breve e medio si nota una pendenza della curva ben più moderata rispetto ai mesi scorsi. Tale conformazione è tipica di un mercato che si aspetta una politica monetaria “dovish”.
Naturalmente, anche i movimenti dei rendimenti delle obbligazioni governative decennali benchmark e degli spread contro Bund sono stati di netta discesa rispetto al mese scorso, con il Bund che è tornato in territorio negativo (-0,06% per alcune sedute, nuovo minimo dell’anno) per poi risalire leggermente. Il decennale tedesco gravita ora intorno ad area 0,00% e insieme a Danimarca e Paesi Bassi completa il trittico dei governativi più avari d’Europa.
Area USD
Osservando l’area USD notiamo le stesse dinamiche viste per l’Europa con però la particolarità di non poco conto dell’inversione della curva USA, che denota un movimento ben più violento di quanto accaduto nella nostra area valutaria. Abbiamo affrontato questo aspetto in un articolo dedicato sul magazine di questo mese a pagina 25.
La ZC Yield Curve americana non solo si contrae vistosamente ma si inverte sul tratto a breve – con le obbligazioni governative a tre mesi che rendono di più di quelle decennali – e si appiattisce vistosamente sul tratto a lunga. Il tratto a lunga della curva non riesce a raggiungere il 3% di rendimento nemmeno per le scadenze oltre il 2049 dove siamo fermi al 2,67%. La scadenza “benchmark” a 10 anni vede un rendimento inferiore al 2,50% e considerando che tra fine 2018 e inizio 2019 eravamo in area 3,20% capiamo che la sforbiciata del mercato è stata generosa.
Inflazione EUR, ITA e USA
Come sappiamo le Banche Centrali – sia FED sia BCE quindi – non sono riuscite a mantenere il livello di inflazione al target del 2%, salvo sporadiche puntate della componente inflattiva verso quei livelli tuttavia del tutto transitori. Chiaro, il rallentamento del ciclo economico porta con sé anche una minore pressione sul lato dei prezzi e quindi è normale tale dinamica. Questo però condiziona la politica monetaria e, ora come ora, le due Banche Centrali sono in una posizione potenzialmente insidiosa, come ben analizzato nelle pagine del magazine mensile.
Ad ogni buon conto, in area Euro l’inflazione attesa – mediante gli ZC Inflation Swap – è ben sotto il 2% anche per le scadenze lunghe il che vuol dire che Draghi (e tra poco il suo successore…) avranno non poche difficoltà in termini di spazi di manovra. A livello nazionale anche la nostra inflazione si conferma ben sotto il 2% su tutto il tratto di curva con una flessione nel tratto a breve che indica chiaramente la fase di recessione in cui ci troviamo.
In USA la FED dovrebbe avere meno problemi rispetto alla BCE poiché il 2% di inflazione è stimato già a partire dalle scadenze a 6 anni per stabilizzarsi al 2,20% per le scadenze più lunghe. Anche negli Stati Uniti la contrazione del ciclo economico e i timori di una recessione si leggono bene nel tratto a breve della curva che indica un calo per la scadenza a 2 anni.
Analisi integrata con Trendycator
Osservando infine a livello di analisi integrata le curve dei rendimenti delle obbligazioni governative benchmark decennali dei principali mercati risulta ben chiara l’impostazione di medio termine, nonostante il leggero rimbalzo dei rendimenti osservato nell’ultima settimana. Il modello Trendycator rimane NEUTRAL sull’area UK, con il Gilt che torna sopra area 1,00% di rendimento; sull’area BUND il Trendycator è sempre SHORT e il rendimento risale dai minimi e si affranca dalla zona negativa andando a 0,00%. Sul Btp Trendycator si conferma su NEUTRAL con una leggera risalita del rendimento ora tra area 2,60%-2,70%. Rimbalzano anche i rendimenti USA dopo lo sfondone precedente, con Trendycator sempre NEUTRAL e rendimenti ora in area 2,50%.

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