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Interessante analisi di Frank Borchers, Senior Portfolio Manager di Ethenea, società d’investimento indipendente, in merito al “tesoretto” che avrebbe la FED se dovesse portare i tassi a zero. Il margine della FED, che si è costruita sapientemente nel tempo, è ora da amministrare.

Andiamo con ordine e vediamo cosa pensa in merito Frank Borchers. Innanzitutto, secondo le stime di Ethenea i rischi di recessione negli USA sono ancora contenuti e molto verosimilmente Trump farà di tutto (e di più…) per evitare di arrivare alle elezioni con un’economia in territorio negativo. Non di meno, sappiamo bene quanta acredine oggi Trump nutra nei confronti di Powell e della FED, per cui…

Tuttavia, va anche detto che in uno scenario recessivo, Ethenea non sarebbe sorpresa (ma nemmeno noi, ovviamente…) nel vedere la FED abbassare il tasso dei Fed Funds allo 0%; chi ha memoria storica ricorderà che tale misura venne presa l’ultima volta durante la crisi a fine 2008, quando il tasso fu abbassato dall’allora presidente Ben Bernanke tra 0% e 0,25%.

Sappiamo poi che gli ultimi dati macro non sono proprio incoraggianti, soprattutto l’ISM manifatturiero, ma nemmeno pessimi, così da far pensare ragionevolmente che – per ora – i rischi di una recessione “cattiva” in America siano contenuti. Ad ogni buon conto, per parola dell’analista e gestore di Ethenea, la FED si è costruita un margine di manovra che ora sta utilizzando.

Infatti, Borchers ricorda che da dicembre del 2008 la FED ha mantenuto i tassi praticamente a zero per sette anni, per poi iniziare gradualmente ad aumentarli a partire dalla fine del 2015 e che, alla fine del 2018, il tasso dei Fed Funds era salito al 2,25%-2,50%. Rispetto ad altre banche centrali, come la BCE, la FED si è data così il margine per avere la possibilità di reagire a un’economia persistentemente debole con ulteriori tagli dei tassi d’interesse, per stimolare la ripresa.

Da luglio di quest’anno la FED di Powell ha iniziato a sfruttare questo “tesoretto” abbassando i tassi di 25 bps poi replicare di altri 25 bps a settembre di quest’anno, proprio per mitigare gli eventuali effetti negativi della guerra dei dazi tra USA e Cina. Problema che al momento pare parzialmente risolto, visto l’accordo di massima raggiunto dai due Paesi venerdì scorso. L’intesa, che intanto scongiura le nuove tariffe che invece sarebbero scattate senza accordo, è il primo tassello di un accordo più ampio che potrebbe essere siglato nelle prossime settimane.

Ad ogni buon conto, molti indicatori segnalano un indebolimento del quadro macro e Borchers si chiede se il quadro attuale possa davvero preannunciare una recessione negli USA, posto che l’economia a stelle e strisce sta attualmente subendo un rallentamento della crescita e le voci di recessione in arrivo iniziano a farsi un po’ più insistenti. Il Pil USA – al 2,9% l’anno scorso – nei primi due trimestri del 2019 è calata rispettivamente al 2,7% e al 2,3%, e ora le attese sono di un ulteriore rallentamento al 2% nel terzo. Anche gli indici PMI che misurano l’attività manifatturiera sono entrati in territorio contrazione sotto quota 50.

Tuttavia, Borchers osserva che ci sono anche buone notizie, con la fiducia dei consumatori e le vendite al dettaglio che rimangono forti. Il gestore sottolinea come il consumo privato rappresenti oltre i due terzi del PIL degli USA ed è “la pietra miliare dell’economia statunitense”. In sostanza, secondo Ethenea, gli USA andrebbero incontro solo ad una lieve recessione che potrebbe essere egregiamente affrontata dalla FED grazie al “tesoretto” dei tassi senza dimenticare che il presidente Trump non lascerà nulla di intentato – proprio nulla, certamente – per evitare uno scivolamento più pronunciato in una fase di debolezza economica, che molto probabilmente metterebbe a repentaglio la sua rielezione nel novembre 2020.

Buon Circoloinvestitori.it

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Dr.Massimo Gotta laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani e tra i fondatori del Circolo degli Investitori. Ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario: è stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, il gruppo bancario Mediobanca, infine Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. E’ coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni”, Trading Library, 2013 ed autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock”, Experta, (2006).

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