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Ogni investimento collegato all’energia rinnovabile è aumentato di prezzo nell’ultimo anno: mentre i Paesi di tutto il mondo affrontano seriamente il cambiamento climatico con regolamentazioni e requisiti sempre più stringenti, gli investitori vedono sempre più opportunità nel settore. Fra tutte le fonti rinnovabili, l’idrogeno ha sicuramente goduto di una straordinaria visibilità negli ultimi tempi, e nell’articolo di oggi vogliamo parlarvi proprio di questo. 

In breve, l’entusiasmo per l’idrogeno ha una ragione semplice: è facile da produrre, perché basta far passare una corrente elettrica attraverso l’acqua per dividerla in idrogeno e ossigeno – una tecnica nota come elettrolisi. Se l’elettricità proviene da fonti rinnovabili, allora questo processo è essenzialmente privo di emissioni.

Nonostante i maggiori costi per procurarselo rispetto ai combustibili fossili, il mercato per l’idrogeno sembra avere un roseo futuro davanti a sé. Infatti, la Commissione europea ha posto come obiettivo nel Green New Deal una quota per l’idrogeno del 13-14% del totale del consumo energetico entro il 2050. Se si considera che al momento questo rappresenta meno del 2% del totale, si tratta di uno sviluppo importante del settore. Inoltre, secondo uno studio del 2018 di Morgan Stanley, i costi di produzione scenderanno del 70% entro il 2030.

Per questi motivi, con questo articolo vogliamo mostrarvi quali possono essere le opzioni a nostra disposizione per un investimento nell’idrogeno: oggi il mercato è ancora agli albori, ma ha margini di crescita enormi.

Il primo ETF interamente dedicato all’idrogeno

La prima possibilità che vi mostriamo è il LG Hydrogen Economy Ucits Etf – IE00BMYDM794: si tratta di un nuovo ETF, il primo al mondo a replicare la performance di aziende internazionali che operano nel settore dell’idrogeno. Lanciato a febbraio 2021, è dunque l’unica scelta disponibile per chi vuole investire in ETF e, a dire il vero, non proprio la più ottimale. Si tratta infatti di un ETF in dollari che non ha copertura valutaria: ciò significa che se il dollaro si dovesse svalutare nei confronti dell’euro, si potrebbe perdere una parte dell’investimento. Soprattutto, non ha ben performato, dal momento che il suo prezzo è costantemente calato dal momento in cui è stato emesso, come visibile nel grafico qui sotto: da 9,36 dollari è sceso agli attuali 7,54 dollari. L’unico aspetto positivo, al momento, è che si tratta di un ETF a capitalizzazione, dunque che prevede il reinvestimento degli utili. Nonostante questo, essendo da poco quotato, il Trendycator non può ancora fornirci evidenze sulla bontà dell’investimento: il nostro consiglio è quello di tenere monitorato sia il grafico che i primi segnali del Trendycator, soprattutto perché è l’unico strumento interamente dedicato all’idrogeno, e qualora il mercato crescerà, l’ETF farà lo stesso.

IE00BMYDM794
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I fondi di energie rinnovabili

Per questo motivo, investire in un fondo che fa delle energie rinnovabili e dell’idrogeno il suo focus potrebbe essere una scelta migliore. Infatti, questi fondi hanno uno storico di anni con il modello Trendycator, il quale ha potuto dare diversi segnali positivi negli anni più recenti. Attualmente, però, non esistono ancora fondi che investono esclusivamente in idrogeno: le cose, come detto in apertura, potrebbero però cambiare in futuro, viste le sue potenzialità. Di seguito, riportiamo allora alcuni fondi di investimento a tema energie rinnovabili che hanno anche posizioni nell’industria dell’idrogeno.

Partiamo dal Vontobel Global Trend Clean Technology B – LU0384405600: la valuta di riferimento è l’euro, ha un ETI pari a 19,1 e un Trendy G/L TOT 121,3, dunque un investimento che appare tutto sommato interessante. I settori nei quali il fondo investe maggiormente sono quello dell’industria (34,1%) e dell’energia pulita (oltre il 23% del portafoglio). Inoltre è da notare come Air Liquide, società leader nella produzione di gas e anche di idrogeno, è una delle principali posizioni del fondo. Infine, dall’immagine qui sotto possiamo vedere come abbia ben performato negli ultimi anni, con il Trendycator che non segnala particolari problemi.

LU0384405600
LU0384405600

Un’altra possibilità che vi segnaliamo è poi il Pictet-Clean Energy R EUR – LU0280435461, di cui in realtà vi avevamo parlato la prima volta nel 2017 in questo articolo. È un fondo che investe in società nei settori delle risorse e delle infrastrutture a basso impatto ambientale, delle tecnologie che riducono le emissioni di carbonio e nel settore della generazione e trasmissione di energia pulita, dunque anche nell’idrogeno. Rispetto al fondo precedente, il Pictet-Clean Energy ha avuto un Trendy G/L TOT inferiore (36,7), ma un ETI piuttosto simile (20,8). Inoltre, è anch’esso un fondo a capitalizzazione; l’unica grande differenza è che la valuta di riferimento è il dollaro. Infine, osservando il grafico Trendycator qui sotto, sebbene quest’ultimo ci segnala di trovarci ancora in una fase di rialzo, nelle ultime settimane la crescita del fondo si è arrestata: bisogna dunque tener monitorata la situazione.

LU0280435461
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Le migliori alternative: i nostri portafogli

Come avrete notato da questi tre grafici, investire nell’idrogeno non è una questione di poco conto: il mercato si trova ancora agli albori, e dunque non esistono ancora strumenti specifici per investirvi. In virtù di ciò, bisogna armarsi di pazienza e attendere lo sviluppo del settore in futuro. Nel frattempo, abbiamo visto come si può investire in fondi che puntano sul settore delle energie rinnovabili, e che nel loro portafoglio hanno anche posizioni nell’idrogeno. Per concludere il nostro articolo, vi riportiamo allora le due migliori alternative su questo settore, ovvero due fondi presenti nel nostro portafoglio Fondi Tematico, che potete trovare cliccando qui.

Il primo è il Nordea-1 Climate and Environment Eq BP –  LU0348926287, che si presenta con un ETI di 29,4 e un Trendy G/L TOT di 92,0. Lanciato nel 2008, il fondo si propone di investire in società che si concentrano su tecnologie eco-sostenibili e innovative al fine di generare energia più pulita. È inoltre un fondo a capitalizzazione, mentre la valuta di riferimento è l’euro. Come si può vedere dal grafico Trendycator, inoltre, è in continua fase di rialzo, guadagnando un bel +19,2%.

LU0348926287
LU0348926287

Infine, il Parvest Climate Impact Clas EUR – LU0406802339 è il secondo fondo in energie rinnovabili che abbiamo in portafoglio ed è molto simile al precedente: ha un ETI di 22,4, mentre il suo Trendy G/L TOT è di 93,1. Inoltre, anch’esso ha una performance positiva a doppia cifra, essendo in rialzo del +25,7%. L’unica differenza sostanziale è il NAV: in questo caso siamo a 267,30 €, mentre per il precedente fondo è di 26,62 €.

LU0406802339
LU0406802339
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È stato editorialista di diverse testate giornalistiche di tipo finanziario prima di approdare a Rendimento Fondi, dove è diventato presto la punta di diamante del team editoriale. È considerato nell’industria uno degli analisti top expert del settore automotive. È laureato in Economia Aziendale e in Management Internazionale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

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