Oggi un lettore mi ha posto una domanda secca: se io trovo un titolo che non ha ETI alto, ma ha una buona equity line, cosa faccio? Prediligo il Trendycator o l’ETI?
In realtà non si tratta propriamente di sfida, in quanto, stiamo parlando di due indicatori aventi uno scopo ben preciso e diverso tra loro.
Dove trovo le informazioni necessarie?
Per chi si affaccia per la prima volta su RendimentoFondi.it ricordo che esistono due pagine di spiegazione dei due indicatori, Trendycator ed ETI, che invito a leggere prima di continuare con la lettura di questo articolo.
Esiste inoltre una nuova pagina “CONTENUTI” totalmente rinnovata nella veste grafica, volta a guidare il lettore attraverso gli strumenti offerti da RendimentoFondi: https://www.circoloinvestitori.it/contenuti-rendimentofondi/.
Abbiamo infine pubblicato una nutrita serie di video direttamente reperibili attraverso la nostra pagina Youtube: https://www.youtube.com/c/Rendimentofondi
Trendycator vs ETI
Fatte queste doverose premesse, la nostra risposta alla domanda di cui sopra è che possono essere arbitrariamente i due indicatori possono essere letti sia in maniera congiunta, sia disgiuntamente.
Cercherò di spiegare questo concetto attraverso alcuni esempi diretti:
–ETI può essere usato singolarmente dai professionisti del settore o dai privati che intendono costruire un portafoglio con bassa movimentazione. Entrando sui titoli con ETI alto si ha la garanzia di puntare sui cavalli vincenti.
Inoltre, come siamo soliti dire, ETI applicato ai fondi include anche un giudizio di merito sull’operato del gestore.
Un esempio di fondo con ETI tra i migliori di sempre:

–ETI può essere utilizzato insieme a Trendycator per avere una doppia conferma (la differenza tra Ranking e Timing è spiegata nella pagina https://www.circoloinvestitori.it/contenuti-rendimentofondi/eti/
Quindi in questo caso sfrutterò sempre il concetto di titolo vincente, ma rimanendo fuori nei momenti di discesa del titolo.
Ricordiamo inoltre che ETI cambia nel tempo, e se un titolo è sempre salito non vuol dire per forza che sempre lo farà. Per questo motivo è utile unire ad un buon ETI anche l’indicazione di Trendycator.
Il famoso H2O Multibonds è un esempio lampante.

–Trendycator, a sua volta, può essere usato assieme ad ETI (come discusso nel punto precedente), ma anche in maniera totalmente a sè stante.
Non è raro trovare titoli i quali non hanno valori di ETI particolarmente attraenti (ricordo che ETI ha al suo interno alcune restrizioni davvero importanti volte a ottenere un ranking efficace), tuttavia hanno ottime equity line.
Trendycator su Apple.
L’americana Apple merita di essere citata in questo articolo perché è un titolo del Nasdaq che per ragioni meramente matematiche ha un ETI abbastanza basso, soprattutto se messo in relazione con gli altri FAANG. Il suo valore attuale di ETI è di 11.3, basti pensare che ad esempio Amazon ha 73.3 e Google 27.4; dunque con i suoi 11.3 Apple appare sempre al limite inferiore della graduatoria.
Ma se noi analizziamo, come sempre invitiamo a fare, la sua equity line (ovvero cosa avrei ottenuto seguendo il titolo costantemente con Trendycator), otteniamo un titolo dalla performance invidiabile. 10.000 Dollari investiti nel 2002 e movimentati con Trendycator oggi valgono circa 90.000, con una performance secca dell’800% e su base annua del 12.51%.

Certo, come sempre c’è il risvolto della medaglia e i lettori più attenti potranno argomentare che 10.000 dollari comprati e tenuti in questi 18 anni avrebbero reso di più.
Certamente, ma come al solito in tutta onestà dobbiamo porci delle domande:
-chi detiene un asset finanziario per 18 o più anni senza mai capitalizzare?
-se lo avessi venduto, avrei saputo quando farlo e soprattutto quando rientrare?
-siamo sicuri che un giorno per motivi oggi imponderabili il titolo non possa dimezzare la sua quotazione in borsa? Quel giorno io saprò cosa fare?
RendimentoFondi