Per millenni l’oro ha rappresentato un pilastro di stabilità nei portafogli di famiglie, istituzioni e banche centrali. Ma negli ultimi anni, una nuova frontiera tecnologica sta cercando di reinventare il ruolo del metallo giallo: la tokenizzazione su blockchain.
Cosa significa?
In pratica, trasformare l’oro fisico in asset digitali negoziabili online, frazionabili, trasferibili senza banche né intermediari e integrabili nei protocolli della finanza decentralizzata (DeFi).
Questa evoluzione non è pura teoria. Progetti come XAUt di Tether o Pax Gold (PAXG) hanno già emesso miliardi di dollari di token garantiti da oro fisico, e il loro uso cresce rapidamente.
Gli slogan che accompagnano questi nuovi strumenti hanno sempre un tono molto rassicurante: “The safest way to own investment-grade gold” (Il modo più sicuro per possedere oro), oppure “Gold made easy” (L’oro diventa facile).

Tuttavia, oggi il retail classico è ancora lontano da un utilizzo pratico: comprare e gestire questi strumenti richiede familiarità con wallet digitali, exchange crypto e procedure di custodia non sempre intuitive.
Per chi volesse approfondire l’argomento può andare sul sito di presentazione dei due strumenti e seguirne l’andamento su Tradingview valutandone con attenzione rischi, opportunità e reale applicabilità per investitori non crypto-native.

Perché XAUt è interessante, allora?
Perché rappresenta il futuro: quello in cui asset materiali e tradizionali entrano nei circuiti digitali, aumentando accessibilità, portabilità e integrazione con strumenti finanziari innovativi. Una prospettiva da osservare con attenzione, soprattutto per chi segue i trend emergenti nei mercati finanziari globali.
Al Circolo continueremo a monitorare queste evoluzioni, valutandone con attenzione rischi, opportunità e reale applicabilità per investitori non crypto-native.
Chissà se questa rivoluzione digitale rappresenterà in futuro un duro colpo per gli ETF (a volte non perfettamente attinenti al sottostante), proprio come gli ETF, a loro volta, hanno messo a dura prova i fondi comuni tradizionali. Una trasformazione che, se si realizzerà, potrebbe ridefinire ancora una volta le dinamiche di accesso e gestione degli investimenti globali.