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La nuova strategia di diversificazione dell’emittente di USDT

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Tether investe nell’oro: dai lingotti a Zurigo alle miniere e royalty. Una strategia per diversificare i profitti delle stablecoin e rafforzare XAUt.

Tether, dal digitale all’oro fisico

Tether, la società dietro USDT, la stablecoin più scambiata al mondo, sta allargando il suo raggio d’azione. Dopo anni concentrata quasi esclusivamente sul mercato crypto, la società guidata da Paolo Ardoino ha avviato una strategia di diversificazione che guarda al metallo più antico e riconosciuto come bene rifugio: l’oro.

Secondo quanto riportato dal Financial Times e da diverse testate internazionali, Tether sta discutendo con aziende minerarie e operatori del settore per investire nella filiera aurifera: estrazione, raffinazione, trading e royalties. Non si tratta di un semplice annuncio, ma di un percorso già iniziato.

Lingotti a Zurigo e token XAUt

Già oggi Tether detiene 8,7 miliardi di dollari in lingotti d’oro, custoditi a Zurigo. Questa riserva funge da base per Tether Gold (XAUt), il token digitale ancorato al valore del metallo prezioso. Nonostante la capitalizzazione di XAUt resti molto inferiore rispetto a USDT (stimata tra 880 milioni e 1,4 miliardi di dollari), la società sembra puntare a rafforzarne il ruolo nel mercato delle crypto-commodity.

La scelta dell’oro non è casuale. Ardoino ha definito più volte il metallo come “il Bitcoin della natura”, sottolineando la sua funzione di riserva di valore universale e complementare agli asset digitali.

Acquisti e partecipazioni strategiche

Negli ultimi mesi Tether ha investito pesantemente nel settore. A giugno ha acquisito una quota rilevante nella società Elemental Altus, specializzata in royalties aurifere, inizialmente per 105 milioni di dollari. L’operazione è stata poi ampliata con un ulteriore impegno da 100 milioni in occasione della fusione con EMX, portando la partecipazione di Tether a quasi il 38%.

Parallelamente, sono in corso discussioni con altre realtà del comparto, tra cui Terranova Resources, anche se al momento non si registrano accordi definitivi.

Non solo. Paolo Ardoino, torinese doc e oggi CEO di Tether, figura anche tra gli azionisti di Juventus Football Club. Una scelta che conferma la sua propensione a diversificare, alimentando i paragoni – più o meno ironici – con i grandi investitori internazionali.

Perché Tether sceglie l’oro

Il motivo di fondo è la diversificazione dei profitti. Nel primo semestre 2025, la società ha generato circa 5,7 miliardi di dollari di utili grazie agli interessi sui Treasury americani, che compongono gran parte delle riserve a garanzia di USDT. Ma affidarsi esclusivamente al debito statunitense rappresenta un rischio reputazionale e operativo.

Con l’oro, Tether può rafforzare la credibilità delle sue riserve, dare maggiore consistenza al token XAUt e costruire un ponte tra finanza digitale e asset reali. Una mossa che potrebbe consolidare la sua immagine agli occhi sia degli investitori crypto sia dei mercati tradizionali.

Dubbi e scetticismi su Tether

Non mancano, però, perplessità dal settore minerario. Alcuni operatori hanno definito Tether “l’azienda più insolita con cui abbiano mai trattato”, sottolineando l’assenza di una strategia chiara nel comparto. L’ingresso di un colosso delle stablecoin in un ambito così tradizionale come le miniere d’oro rappresenta un’anomalia che suscita insieme curiosità e scetticismo.

Conclusioni

La scommessa sull’oro rappresenta una svolta significativa per Tether. Non più solo crypto e stablecoin, ma un vero tentativo di radicarsi anche in un settore che ha sempre rappresentato sicurezza e stabilità. Resta da vedere se la società riuscirà a trasformare queste mosse in una strategia organica capace di integrare oro e asset digitali, oppure se si limiterà a operazioni spot.

Di certo, l’accoppiata Bitcoin e oro — due riserve di valore in mondi diversi ma sempre più vicini — sarà al centro della narrativa che Tether intende portare avanti nei prossimi anni.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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