Il MEF ha comunicato la cedola minima del nuovo BTP Italia 2032 che sarà oggetto di collocamento dal 27 al 29 maggio prossimi. Con questa analisi, veloce ma completa – per darvi subito i principali punti di riferimento per valutarne la convenienza – cerchiamo di capire se è davvero l’occasione che in modo un po’ “markettaro” viene dipinta da giorni a questa parte da vari media.
Ecco un’analisi completa per capire cosa offre e se vale la pena investirci.
Caratteristiche principali
Il nuovo BTP Italia 2032 ha le seguenti caratteristiche:
- Cedola minima reale garantita: 1,85% annuo, pagata in due rate semestrali da 0,925%.
- Indicizzazione: rivalutazione legata all’inflazione italiana calcolata dall’ISTAT (indice FOI senza tabacchi).
- Durata: 7 anni, scadenza 4 giugno 2032.
- Bonus fedeltà: 1% per chi mantiene il titolo fino a scadenza.
- Collocamento: dal 27 al 29 maggio per i clienti retail, acquistabile su Borsa Italiana (ISIN IT0005648248).
Attenzione: le cedole partono solo dal 4 giugno, quindi l’acquisto nei giorni di collocamento non dà diritto ai rendimenti per quei giorni extra.
Come si calcolano le cedole?
La cedola reale dell’1,85% annuo è fisso e garantito: qualunque cosa succeda, riceveremo 0,925% ogni sei mesi.
A questo si aggiunge:
- La rivalutazione della cedola, basata sull’inflazione semestrale.
- La rivalutazione del capitale, anch’essa legata all’inflazione.
Senza scendere per ora in calcoli particolarmente complessi (che potremo approfondire in una seconda analisi), facciamo due esempi, senza spaccare il capello in quattro, per capire cosa aspettarci in due scenari diversi e considerando che l’indice FOI attualmente esprime un’inflazione all’1,7%.
Ad esempio, considerando anche il bonus fedeltà dell’1% finale, se l’inflazione semestrale scendesse allo 0,5% (1% annuo), il rendimento totale lordo si avvicinerebbe al 3% nominale; al contario se l’inflazione salisse e raddoppiasse al 2% annuo, il rendimento lordo salirebbe in prossimità del 4% nominale.
Come per tutti i Btp Italia, l’inflazione usata è quella ufficiale ISTAT, calcolata con l’indice FOI al netto della componente tabacchi.
Importanti dettagli tecnici
Ne abbiamo già parlato diverse volte, ma vale la pena ricordare il meccanismo di indicizzazione dei Btp Italia e il calcolo del “peso” del bonus fedeltà:
- Se l’inflazione è negativa, la cedola non viene tagliata sotto la base garantita (ma la compensazione avviene sulle cedole future).
- Il calcolo dell’inflazione usa dati di 8–2 mesi prima, per via dei ritardi ISTAT: questo significa che al momento dell’acquisto si conosce già l’indice per i primi pagamenti.
- Il bonus finale dell’1% va calcolato come premio totale: spalmato su 7 anni equivale a un +0,14% annuo lordo.
Calcoli e simulazioni
Abbiamo visto che, portando il titolo a scadenza (incassando il bonus fedeltà), con un’inflazione all’1% annuo otterremmo un rendimento di un soffio inferiore al 3% lordo, mentre con un’inflazione al 2% annuo otterremmo un rendimento di un soffio inferiore al 4% lordo.
Ma per capire l’eventuale convenienza di questa nbuova emissione dobbiamo fare alcuni confronti.
Iniziamo col il confronto col Btp benchmark a tasso fisso. Ebbene, attualmente l’inflazione espressa dal FOI è all’1,7% e se rimanesse costante intorno questo valore, il rendimento atteso del nuovo Btp Italia si posizionerebbe intorno al 3,55%, che è più del rendimento di mercato del Btp a tasso fisso di pari scadenza, attualmente in area 3,10%.
Inoltre, in molti si staranno chiedendo se valga la pena vendere le emissioni di Btp Italia con scadenza 2028 e 2030 che hanno cedole reali inferiori, pari all’1,60%.
Ebbene, a parità di simulazioni con i livelli di inflazione visti sopra, non si giustifica di per sé la sostituzione di vecchi Btp Italia, che continuano a offrire rendimenti competitivi nei confronti dei rispettivi benchmark a tasso fisso, grazie anche alla quota bonus se presi in collocamento.
Conclusione
Il nuovo Btp Italia è un titolo assolutamente considerabile per la quota parte del portafolgio che deve proteggerci dal caro vita. Chiaro, non fa miracoli e non è l’affare del secolo, ma è assolutamente adatto per chi vuole parcheggiare capitale con un orizzonte medio-lungo, accettando rendimenti moderati ma legati all’inflazione ufficiale.
Come sempre, prima di investire, suggeriamo sempre di verificare di avere una strategia coerente, un portafoglio diversificato e un orizzonte temporale compatibile.