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Qualche anno fa mi capitò di leggere un’analisi che metteva in guardia sullo stato di sopravvalutazione del mercato azionario.
Al centro c’era un indicatore chiamato CAPE – Cyclically Adjusted Price-to-Earnings, noto anche come Shiller P/E – che misura il rapporto tra il prezzo delle azioni e la media degli utili reali degli ultimi dieci anni. Storicamente, valori molto elevati di CAPE hanno anticipato rendimenti azionari futuri più bassi.

L’analisi mostrava che ci trovavamo in una delle fasce di valutazione più alte di sempre, ben oltre il 90° percentile storico. La conclusione sembrava chiara: le prospettive per i successivi dieci anni sarebbero state deludenti.
E non era solo quella fonte a dirlo: diversi strategist e gestori istituzionali, all’epoca, la pensavano allo stesso modo.

Eppure… da lì a poco sarebbe iniziato uno dei bull market più lunghi e robusti della storia moderna.

Osserviamo il grafico qui sotto e notiamo come nel 2021 il CAPE Shiller sembrava essere vicino ai massimi del 2000 e la storia sembrava ripetersi, eppure la Borsa è continuata a salire fino a oggi, data nella quale il CAPE è ritornato agli stessi valori del 2011.

CAPE Shiller Index. Fonte: https://www.gurufocus.com/economic_indicators/56/sp-500-shiller-cape-ratio

Quando i modelli smettono di funzionare

Robert Shiller, l’economista che ideò il CAPE, negli anni successivi ha più volte sottolineato un concetto fondamentale:

“Anche i rapporti storici più affidabili possono perdere significato. Le relazioni economiche possono durare due secoli… e poi cambiare.”

Il mercato non si era curato degli utili medi del decennio precedente. L’avvento e il dominio delle grandi aziende tecnologiche avevano riscritto i margini di profitto e cambiato gli equilibri di interi settori.

Non è la prima volta che succede:

  • Fino alla fine degli anni ’50, le azioni offrivano dividendi più alti delle obbligazioni. Poi, improvvisamente, il rapporto si invertì… e rimase così per decenni.
  • La curva dei rendimenti USA è stata un indicatore impeccabile di recessione per 8 volte consecutive… finché nel 2022 si è invertita senza che seguisse alcuna recessione.
  • Azioni e obbligazioni sono state considerate per anni una coppia di copertura naturale: se scendevano le prime, salivano le seconde. Nel 2022, invece, sono crollate entrambe.

Il problema delle certezze assolute

Oggi siamo bombardati dai modelli: Blog, Social, canali Telegram, ogni giorno sfornano l’indicatore perfetto che ci dice come “20 anni fa quando successe questo…. allora poi…”
Molti investitori costantemente tirati per la giacchetta commettono l’errore di passare da un estremo all’altro:

  • O si affidano ciecamente a modelli sobsoleti, convinti che “ha sempre funzionato”.
  • Oppure lo abbandonano completamente alla prima eccezione, pensando che “non funziona più”.

La verità è che nulla funziona sempre.
Ci sono indicatori, modelli e strategie che offrono un vantaggio statistico nel lungo periodo, ma nessuno di essi può garantire previsioni corrette in ogni fase di mercato.

Cosa farne, allora

  • Usare il CAPE (e simili) come bussola di contesto, non come dogma.
  • Mantenere un approccio flessibile e una mente aperta.
  • Essere pronti a rimodulare: disciplina e flessibilità devono convivere.
  • Abbandonare il linguaggio assoluto: parole come “sempre” o “mai” non hanno cittadinanza negli investimenti.

Conclusione

I mercati premiano chi è coerente, non chi è dogmatico.
Serve la disciplina di seguire un metodo, ma anche l’umiltà di riconoscere quando il contesto sta cambiando.
Ogni indicatore è un pezzo di un puzzle molto più grande: l’errore è scambiarlo per il puzzle intero.

Come scriveva Paul Saffo su Harvard Business Review, bisogna avere opinioni forti, ma tenute con leggerezza (strong opinions, loosely held): convinzioni solide, ma pronte ad adattarsi quando i fatti cambiano.

È lo stesso approccio che guida il lavoro del Circolo Pro: non partiamo da dogmi, nessuno sale in cattedra, e attraverso il confronto e l’uso dei nostri strumenti – come il Trendycator e l’Oscillator – cerchiamo di dare ogni mese un’interpretazione coerente di uno scenario economico in costante evoluzione.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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