Nel cuore dell’attuale ciclo di mercato c’è un paradosso: mentre i listini salgono dopo anni di euforia, i segnali di fragilità strutturale si accumulano.
Il recente sondaggio di Bank of America Global Fund Manager Survey (ottobre 2025) disegna un quadro che chiede attenzione. Fonte Bank of America Global Fund Manager Survey, ottobre 2025: immagini e dati tratti dal sondaggio originale.
1. Posizionamento dei gestori: liquidità al minimo storico
Secondo il rapporto di BofA, i gestori istituzionali hanno spinto l’esposizione azionaria ai massimi degli ultimi otto mesi e ridotto la quota di liquidità al 3,8 % del patrimonio gestito, livello che non si vedeva da oltre un decennio.
Nel medesimo sondaggio, il 60 % ritiene che i mercati azionari siano sopravvalutati e il 57 % indica il private equity/private credit come la più probabile fonte di un evento sistemico di credito.
Questo posizionamento aggressivo suggerisce che, almeno sul fronte dell’allocazione, i gestori si muovono come se la partita fosse già vinta. Ma così facendo, riducono drasticamente le risorse disponibili per reagire a un’eventuale inversione di trend.
2. Il contesto macro: tra fiducia apparente e vulnerabilità reale
Secondo un’analisi di MarketWatch, gli elementi che tradizionalmente avrebbero allarmato i mercati — lo shutdown federale USA, la lentezza dell’economia segnalata dal Beige Book della Fed, la ripresa delle minacce tariffarie e le perdite creditizie nel settore bancario — sono tutti presenti.
Tuttavia, l’indice di volatilità VIX ha registrato solo un breve picco prima di tornare a calare, e lo S&P 500 resta a poco più dell’1 % dai massimi storici.
In altre parole, mentre i fattori di rischio aumentano, molti investitori sembrano ignorarli, inseguendo invece la continuità del trend.
3. Rischi emergenti: fragilità nell’ombra
L’intreccio tra posizionamento e contesto macroeconomico crea un terreno fertile per shock inattesi.
Il sondaggio BofA indica due rischi principali: una bolla sui titoli legati all’intelligenza artificiale (33 %) e, soprattutto, il private credit come area più vulnerabile (57 %).
Secondo MarketWatch, il focus degli investitori si sta spostando dai titoli ai bilanci.
Un CEO di una grande banca americana ha parlato di “cockroaches” – scarafaggi – nel mercato del credito privato, dopo che una banca regionale ha comunicato perdite per 50 milioni di dollari.
È un segnale chiaro: se il flusso di credito, oggi percepito come liquido e benigno, dovesse incepparsi, la reazione sarebbe immediata.
Alla fine, la combinazione tra liquidità sottile, rischio elevato e valutazioni gonfiate rende il sistema più fragile di quanto appaia.
4. Quale strategia per l’investitore?
– Non farsi travolgere dalla FOMO.
– Stabilire regole chiare – con limiti precisi di rischio e liquidità.
– Monitorare il credito e la liquidità effettiva, non quella percepita.
– Prepararsi a un cambio di sentiment: quando il mercato guarda tutto nella stessa direzione, il rischio è non accorgersi del treno che arriva dal senso opposto.
5. Conclusione
Il mercato oggi naviga con vento favorevole: rendimenti alti, liquidità percepita come abbondante e un sentimento generale di fiducia.
Ma sotto questa calma apparente, si accumulano gli ingredienti classici delle fasi finali di ciclo: sovra-posizionamento, leva, credito silente e vulnerabilità macro.
Non si tratta di diventare pessimisti, ma di essere disciplinati.
Nel lungo periodo, il vero vantaggio competitivo non sta nelle idee brillanti, ma nella rete di sicurezza costruita prima che il vento cambi direzione.
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