Venerdì 9 ottobre Ferrari ha annunciato il suo modello full electric e il titolo è letteralmente crollato in Borsa, perdendo oltre il 16 % in una sola seduta.
Le vendite continuano anche oggi, con pressioni evidenti sul mercato.
Nel weekend è diventato l’articolo preferito dei giornali finanziari.
Ho letto titoli che andavano dalla “fuga della famiglia Elkann” al “fallimento dell’elettrica”; quelli più equilibrati parlavano del “calo più marcato dall’inizio della quotazione in Borsa Italiana nel 2016”. (4 gennaio 2016 è il primo giorno ufficiale di quotazione su Piazza Affari).
Il punto del Circolo degli Investitori non cambia
Chi segue il Circolo degli Investitori da tempo sa che già anni fa, quando è stata approvata la normativa che impone lo stop ai motori termici dal 2035 (Regolamento UE 2023/851), mi si era accesa una lampadina. Sia sul canale YouTube e sia sul nostro giornale parlai subito del tema Ferrari.
L’ultimo articolo in ordine di tempo:
👉 L’industria auto tra nuove sfide: il caso BYD e il dibattito sul 2035
All’epoca, in tempi non sospetti, dissi che gli investitori avrebbero dovuto assumere un atteggiamento molto cauto con le azioni Ferrari e che non le avremmo più proposte nei nostri portafogli.
Il motivo parte da una considerazione semplice, da una domanda che non ha mai trovato risposta:
“Che ne sarà di Porsche e Ferrari senza il sound del motore?”
Il mio dubbio è che Ferrari e Porsche siano nate attorno al motore e al suono meccanico. Celebre fu il V12, poi V10, poi V8 — tutte declinazioni del “rombo”.
A riprova di questo, la zona attorno a Maranello viene chiamata “Motor Valley”, non “Style Valley”; lo stile si può imitare, ma il motore è l’anima: espressione di una cultura ingegneristica centenaria difficile da replicare.
Negli anni ’80 nessuno riusciva a battere i record della Ferrari F40.
Col tempo altri marchi superarono quegli standard in termini di prestazioni, ma il marchio Ferrari aveva già costruito un brand consolidato attorno al rombo dei cilindri a “V”.
Ferrari annuncia la sua prima elettrica
Partiamo da un dato: 500.000 euro. È il prezzo stimato del nuovo modello secondo le prime indiscrezioni di mercato.
Sicuramente un’auto di altissimo valore, perché Ferrari ha già depositato diversi nuovi brevetti, dimostrando che non si limita a “elettrificare”, ma intende innovare profondamente.
Inoltre, chi guida una Ferrari raramente si pone il problema dell’autonomia: nessuno ha mai pensato di fare Milano–Bari con una Ferrari.
Eppure il titolo è crollato lo stesso.

Analisi tecnica Ferrari
Su scala weekly, il titolo Ferrari ha raggiunto per la prima volta la media mobile a 200 periodi, livello che rappresenta il vero spartiacque del trend di lungo periodo.
Il mantenimento di quest’area di supporto sarà cruciale per il futuro andamento del titolo.
Porsche fa l’opposto
Non è forse un caso che la casa tedesca Porsche, per uscire dalle difficoltà che l’auto elettrica comporta in termini di cambiamento radicale, abbia annunciato il ritorno al motore termico.
Fonte: Ansa, 22 settembre 2025
Fonte: Porsche Newsroom, 22 settembre 2025
La crisi dell’intero settore dei motori
Nel nostro articolo di settembre — Lo stabilimento di Termoli si ferma per un anno — avevamo descritto come questa scelta normativa europea rischi di mandare in crisi intere filiere produttive, e addirittura di mettere in pericolo qualche marchio storico dell’automotive europeo.
Conclusioni
Quanto tempo passerà prima che la Cina decida di costruire un marchio di lusso in grado di competere direttamente con Ferrari, battendola sui risultati come faceva lei nel secolo scorso?
Se Ferrari conia un modello elettrico che percorre 100 km a 300 km/h, domani qualcun altro potrebbe percorrerne 150 km a 310 km/h.
La storia è una ruota che gira e oggi la tecnologia è più matura in Cina.
In questo scenario complesso e articolato, l’unica cosa che non cambia è il nostro pensiero: l’investitore ora dovrebbe guardare a questi titoli azionari con cautela, attendendo il momento giusto — che potrà arrivare da un cambio del regolamento o da una grande invenzione.
Questi marchi storici con grande potenza ingegneristica speriamo che sapranno un giorno trovare una soluzione capace di sparigliare le carte in tavola.
Nel frattempo possiamo affermare che non perdere denaro è esso stesso una forma di guadagno.
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