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Le recenti dinamiche economiche globali hanno evidenziato sviluppi significativi nei principali mercati, dalla solida crescita dell’occupazione negli Stati Uniti al declino degli ordini industriali in Germania e alle aspettative di riduzione dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. Questi fattori, combinati, stanno ridefinendo il panorama economico e influenzando le strategie di politica monetaria a livello internazionale. Di seguito, esploriamo questi temi in dettaglio per comprendere meglio le implicazioni per gli investitori e le prospettive future.

Il rapporto sui nonfarm payrolls statunitensi di settembre ha superato le aspettative con 254.000 nuovi posti di lavoro creati, rispetto ai 150.000 previsti dal consensus degli analisti​. Questo ha portato il tasso di disoccupazione a scendere al 4,10%, in calo rispetto al 4,20% di agosto. I salari medi orari sono cresciuti dello 0,40% su base mensile, consolidando un aumento annuale del 4,00%, superiore alle stime degli analisti​.

Questi dati confermano la resistenza del mercato del lavoro americano, dissipando i timori di un possibile rallentamento e riducendo, al contempo, le probabilità di un intervento significativo sui tassi da parte della Federal Reserve. Tuttavia, nonostante la solidità dei numeri, l’attenzione della Fed potrebbe spostarsi verso un taglio moderato di 25 punti base nella prossima riunione di novembre, con l’obiettivo di mantenere un equilibrio tra crescita economica e controllo dell’inflazione​.

A seguito della pubblicazione dei dati, i rendimenti obbligazionari hanno subito un incremento, con il Treasury decennale in salita di 10 punti base al 3,95%, e il biennale che ha mostrato una reazione ancora più marcata, con un balzo di 15 punti base al 3,85%​. Sul fronte valutario, il dollaro ha beneficiato della riduzione delle aspettative di un taglio drastico dei tassi, rafforzandosi sia contro l’euro (che è sceso a 1,096) sia contro lo yen​.

Ben diversa la musica al di qua dell’oceano, dove in Germania gli ordini di fabbrica hanno registrato una flessione significativa ad agosto, con un calo del 5,80% rispetto al mese precedente, molto peggiore delle aspettative (-2,00%). Su base annuale, la contrazione è stata del 3,90%, superando di gran lunga le stime degli economisti, che si attendevano un calo più contenuto​.

Questa debolezza evidenzia le difficoltà che la maggiore economia europea sta affrontando, complice la crisi energetica e le sfide strutturali di alcune delle sue principali industrie, come il settore automobilistico. L’esecutivo tedesco potrebbe essere costretto a rivedere al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2024, sottolineando una fase di stagnazione economica più prolungata del previsto​.

La Banca Centrale Europea si prepara ad annunciare un nuovo taglio dei tassi nella riunione prevista per ottobre. Dopo aver analizzato i recenti dati sui PMI e sull’inflazione, che indicano una crescita economica in rallentamento e un’inflazione sotto il target per la prima volta in tre anni, l’istituto sembra propenso a ridurre ulteriormente i tassi per sostenere l’economia della zona euro​.

Secondo le previsioni, c’è una probabilità del 90% che la Bce proceda con un taglio di 25 punti base nella riunione del 17 ottobre, come indicato da diversi analisti internazionali. La stessa presidente Christine Lagarde ha segnalato la necessità di intervenire rapidamente per contrastare i venti contrari alla crescita e sostenere la ripresa economica, ribadendo l’impegno della Bce a raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 2,00%​.

In parallelo all’attesa di un nuovo intervento della Bce, l’euro ha continuato a perdere terreno rispetto al dollaro, scendendo sotto la soglia di 1,10. La forza del dollaro e le prospettive di un nuovo allentamento monetario da parte della Bce stanno esercitando una pressione significativa sulla moneta unica​. Gli analisti sottolineano che eventuali sviluppi positivi dai dati sull’occupazione americana potrebbero ulteriormente destabilizzare l’euro, portando a una possibile rottura dei supporti tecnici.

Per cui, rebus sic stantibus, la possibilità che Fed e Bce intraprendano due cammini diversi sul fronte della politica monetaria non è del tutto campata per aria. Infatti, i recenti dati economici mettono in evidenza un quadro complesso e in evoluzione, con l’economia statunitense che dimostra segnali di ripresa grazie a un mercato del lavoro robusto, mentre l’Europa e, in particolare, la Germania affrontano sfide significative sul fronte industriale e della crescita. Per noi investitori, monitorare gli sviluppi della situazione sarà essenziale per muoversi in un contesto macroeconomico caratterizzato da elevata incertezza e volatilità.

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Dr. Massimo Gotta, giornalista-pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. Laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani, tra i fondatori del Circolo degli Investitori e ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario. Ha lavorato per il gruppo bancario Mediobanca e per Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. È stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. È coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni” (TradingLibrary 2013) e autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock” (Experta 2006). Disclaimer: L’autore Massimo Gotta non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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