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Secondo quanto riportato congiuntamente dall’Ufficio di Analisi Economica (BEA) e dall’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti, il deficit commerciale internazionale degli Stati Uniti ha registrato un aumento significativo nel mese di marzo 2025.

Il dato evidenzia un passaggio da 123,2 miliardi di dollari a febbraio (dato rivisto) a 140,5 miliardi a marzo, segnando un incremento del 14% su base mensile. Si tratta del livello più alto degli ultimi due anni, come confermato anche dal grafico diffuso dagli stessi enti, che mostra un trend in forte accelerazione iniziato a fine 2024.

I dettagli: beni in aumento, servizi in calo

L’aumento del deficit è da attribuire principalmente alla componente beni:

  • Il deficit commerciale di beni è cresciuto di 16,5 miliardi, raggiungendo quota 163,5 miliardi di dollari.
  • Al contrario, il surplus dei servizi si è ridotto, passando da 23,8 a 23 miliardi, con un calo di 0,8 miliardi rispetto al mese precedente.

Anche l’analisi delle singole voci mostra uno squilibrio marcato tra domanda e offerta internazionale:

  • Le importazioni statunitensi sono cresciute in modo deciso, con un aumento del 4,4% e un valore complessivo di 419 miliardi di dollari.
  • Le esportazioni, invece, hanno registrato un incremento marginale dello 0,2%, portandosi a 278,5 miliardi di dollari.
deficit commerciale USA a maggio 2025

Un’interpretazione possibile: scorte in vista di nuovi dazi?

Anche se il comunicato ufficiale non offre spiegazioni sulle dinamiche alla base dell’aumento delle importazioni, una lettura plausibile è che molte aziende statunitensi abbiano anticipato gli acquisti dall’estero in previsione dell’introduzione di nuovi dazi.

È una dinamica già osservata in passato: la sola prospettiva di un inasprimento delle barriere commerciali può portare le imprese ad accumulare scorte, incrementando temporaneamente la domanda di beni importati. Il risultato, nel breve termine, è un allargamento del disavanzo commerciale.

Paradossalmente, se l’introduzione dei dazi venisse poi annullata o rinviata, il mercato statunitense si ritroverebbe sovraccarico di merci estere già importate, offrendo un vantaggio competitivo proprio ai paesi esportatori che si erano mossi per tempo.

Uno scenario da monitorare

Sebbene si tratti di un’ipotesi, l’andamento del deficit — in netta accelerazione e con una dinamica più marcata rispetto alla media degli ultimi anni — merita attenzione.

Sarà importante capire se si tratta di un’anomalia legata a fattori temporanei (come appunto una corsa all’importazione), oppure di un nuovo equilibrio strutturale nella bilancia commerciale statunitense, magari legato alla debolezza dell’export o alla ripresa della domanda interna.

La prossima rilevazione è prevista per giovedì 6 giugno 2025: sarà un’occasione chiave per verificare se il trend proseguirà o se si assisterà a un rientro del disavanzo.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria potrebbe detenere gli strumenti finanziari oggetto delle sue analisi. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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