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Negli ultimi mesi si è assistito a una pausa nelle emissioni dei bond retail del Tesoro, dopo un periodo di intensi collocamenti fino a maggio scorso, inclusi i Btp Italia. Tuttavia, la prospettiva di un quinto Btp Valore sembra allontanarsi fino al 2025, con un possibile rinvio a causa della vendita delle azioni di Poste Italiane ancora nelle mani dello Stato.

Tale tempistica potrebbe dipendere dalla volontà del Ministero dell’Economia di non saturare il mercato retail con proposte d’investimento in un breve lasso di tempo. Ma perché il Btp Valore potrebbe arrivare solo nel nuovo anno, e quali sono i fattori in gioco?

La cessione delle azioni Poste Italiane e il suo impatto sul Btp Valore

In origine, il governo aveva pianificato la cessione del 14% delle azioni Poste Italiane nel corso del 2023, ma il Ministero dell’Economia ha scelto di posticipare il collocamento, con nuove previsioni che puntano a un possibile avvio verso la metà del 2024. Questa operazione è stata influenzata dalle richieste di destinare parte delle azioni ai piccoli investitori, per favorire un accesso al canale retail in risposta alle polemiche sollevate su un ipotetico ingresso di investitori istituzionali, tra cui BlackRock.

Secondo alcune fonti, il Tesoro avrebbe pianificato di riservare circa il 35% delle azioni ai piccoli risparmiatori, ma la necessità di garantire un’ampia partecipazione retail ha portato il governo a posticipare l’operazione per valutare meglio la suddivisione della quota. Se il 14% delle azioni venisse effettivamente ceduto esclusivamente a famiglie e piccoli investitori, si prevede un impatto rilevante sul mercato: una somma complessiva di 2,4 miliardi di euro dovrebbe essere raccolta per l’acquisto delle azioni, stando agli attuali prezzi di Borsa.

Sincronizzare le operazioni: evitare un eccesso di offerta sul mercato retail

Un’offerta massiccia di azioni di Poste Italiane destinata ai piccoli investitori rischierebbe di ridurre la domanda per i titoli di Stato, dato che i risparmiatori italiani preferiscono evitare eccessivi rischi e sono noti per prediligere investimenti meno volatili. Considerando questa propensione, il Tesoro ritiene opportuno rinviare il Btp Valore al 2025 per non sovraccaricare il mercato retail, evitando che le famiglie si trovino a decidere tra azioni a rischio e titoli di Stato in tempi troppo ravvicinati.

Da un punto di vista operativo, è improbabile che la quinta emissione di Btp Valore possa concretizzarsi nel 2024, mancando ormai solo poche settimane alla fine dell’anno. Anche se i rendimenti restano invitanti, la programmazione a ridosso del periodo natalizio potrebbe avere un impatto negativo sull’afflusso di risorse, con famiglie poco propense a nuovi investimenti in prossimità delle festività.

Rischi e appeal del Btp Valore nel 2025

Con l’inizio del nuovo anno, però, il Btp Valore potrebbe essere penalizzato dall’andamento dei rendimenti. Le prospettive suggeriscono infatti che questi possano calare, complice un contesto di mercato in cui le politiche monetarie globali si stanno lentamente orientando verso tassi più bassi. Tale diminuzione dei rendimenti potrebbe ridurre l’interesse degli investitori retail per il Btp Valore, rendendo difficile replicare il successo delle emissioni precedenti, come quella di maggio scorso, che aveva raggiunto ordini per oltre 11 miliardi di euro.

Nonostante ciò, alcuni segnali positivi da parte delle agenzie di rating fanno ipotizzare possibili futuri upgrade che potrebbero favorire un sentiment di fiducia tra i risparmiatori italiani. In tale scenario, il Btp Valore potrebbe comunque riscuotere successo tra le famiglie, pur restando l’interesse per tali emissioni maggiormente legato ai rendimenti effettivi offerti.

Conclusioni

Il nuovo Btp Valore sembra dunque destinato a vedere la luce solo nel 2025, principalmente a causa della cessione programmata delle azioni Poste Italiane. Un collocamento simultaneo di azioni e titoli di Stato nel breve termine potrebbe infatti risultare eccessivo per il mercato retail, rischiando di ridurre la domanda per entrambe le categorie di asset. Al contempo, i rendimenti attesi in discesa potrebbero ridimensionare l’appeal del Btp Valore, pur restando alta la fiducia verso i titoli statali.

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Dr. Massimo Gotta, giornalista-pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. Laureato in Scienze Politiche e in Giurisprudenza è uno dei più apprezzati analisti finanziari italiani, tra i fondatori del Circolo degli Investitori e ha alle spalle una lunga carriera professionale nel mondo bancario e finanziario. Ha lavorato per il gruppo bancario Mediobanca e per Banca Sella come responsabile Ufficio Titoli e Borsino ed in seguito Gestore di patrimoni presso la struttura Private Banking. È stato docente per l’Università degli Studi di Torino e la Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino. Massimo Gotta è un apprezzato opinionista per diversi media finanziari tra cui Repubblica.it, LombardReport.com, Il Valore, Class CNBC. È coautore con Walter Demaria di “Investire in obbligazioni” (TradingLibrary 2013) e autore di diversi altri libri tra cui “Il meglio dell’analisi tecnica in Metastock” (Experta 2006). Disclaimer: L’autore Massimo Gotta non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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