Le borse cedono terreno e in questi giorni da più parti si moltiplicano gli appelli a mantenere le posizioni in portafoglio e mantenere un approccio di lungo periodo. Cose già viste e già sentite ogni volta che i mercati cedono alla furia del ribasso.
Più che una vera e propria presa di posizione è l’auspicio, per ragioni che non stiamo qui a sindacare, affinché gli investitori in questo momento di panico mantengano un approccio e una visione di lungo periodo.
Se da un lato le decisioni strategiche di lungo periodo hanno senso in situazioni di “normalità” è altrettanto vero che, in casi di estreme tensioni e di eventi fuori da ogni controllo che ci proiettano in un territorio inesplorato, l’unica mossa ragionevole è mettere al riparo i risparmi e vedere quello che succederà.
Alcune nostre considerazioni.
Innanzitutto, guardando i grafici, appare quanto mai evidente che un macro-ciclo rialzista si è interrotto. Oggi una ripartenza a “V” è complicata da immaginare, perché significherebbe dire che abbiamo scherzato.
Inoltre, la Borsa (speculazione a parte), analizza i fondamentali delle società. Sì, il panico e la speculazione può farla da padrone per qualche giorno ma alla lunga quello che tendenzialmente conta sono appunto la solidità ed i conti economici delle aziende. Ora, se le compagnie aeree continuano a non volare (di questa notte la decisione del Presidente Trump di sospendere per trenta giorni tutti i collegamenti aerei da e per l’Europa) avranno sicuramente conti in calo nel trimestre, così per i noli mercantili, così per le auto non vendute e le merci non trasportate. Tutti effetti questi che vedremo sui conti societari quando usciranno le trimestrali.
Normalmente la Borsa sconta nelle sue quotazioni in anticipo i dati societari, ma in casi eccezionali come questo le trimestrali, se peggiori rispetto alle attese, potrebbero fungere da ulteriore volano per i ribassi.
Ora, il problema è evidente che non è soltanto italiano. In questi ultimi giorni anche altri Paesi stanno sperimentando una crescita di contagi simile a quella che abbiamo vissuto in fase di esordio. Ne consegue che le ripercussioni economiche tanto paventate per il nostro Paese saranno presto comuni anche agli altri.
Non vogliamo passare per disfattisti e ci auguriamo che davvero l’economia globale torni a galoppare in fretta ma alla luce di un simile scenario, è ancora d’attualità l’ottica strategica di lungo periodo negli investimenti?
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