Nel Disegno di Legge di Bilancio 2026 approvato dal Governo italiano e in corso di esame parlamentare, è previsto un aumento significativo dell’imposta sulle transazioni finanziarie, comunemente nota come Tobin Tax.

Siamo solo al 12 di dicembre e le cose potrebbero ancora cambiare ma, secondo documenti parlamentari e fonti ufficiali, la misura punta al raddoppio dell’aliquota attuale per contribuire alla copertura finanziaria di altri capitoli di spesa, come la modifica della tassazione sui dividendi.

Il nuovo schema fiscale ridisegna i livelli di prelievo sulle transazioni su azioni e strumenti finanziari a partire dal 1° gennaio 2026.

Cosa cambia alla Tobin Tax dal 2026

L’attuale imposta sulle transazioni finanziarie prevede un’aliquota dello 0,1% sugli acquisti di azioni italiane soggette alla Tobin Tax.

Con la Legge di Bilancio 2026, il Governo ha previsto il raddoppio dell’aliquota allo 0,2%, con applicazione a partire dal 1° gennaio 2026.

La misura è inserita nel quadro degli interventi di copertura finanziaria della manovra, anche in relazione alla revisione della tassazione sui dividendi.

Il nuovo assetto ridisegna quindi il livello di prelievo sulle transazioni azionarie rispetto al regime oggi vigente.

Tobin Tax: definizione e normativa di base

La Tobin Tax italiana è ufficialmente l’“Imposta sulle transazioni finanziarie” (FTT – Financial Transaction Tax).
È stata introdotta dalla Legge 24 dicembre 2012, n. 228, come tributo dovuto sul trasferimento della proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi emessi da società italiane.

Quando si applica

La disciplina stabilisce che:

  • è dovuta sull’acquisto multiday di azioni di società italiane con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro;
  • è dovuta tuttora in misura variabile per mercati regolamentati e non regolamentati;
  • non si applica in altri casi specificati dalla norma (es. successioni, donazioni, operazioni intraday, titoli esteri).

Elenco ufficiale delle società esenti pubblicato dal MEF (2025)

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è tenuto a pubblicare ogni anno, in regime di pubblicità legale, l’elenco delle società esenti dall’applicazione della Tobin Tax perché sottocapitalizzate o non soggette per altre ragioni normative.

Documento ufficiale (MEF – Pubblicità legale)

Cosa contiene l’elenco ufficiale

In questo elenco vengono riportati:

  • i nomi delle società con capitalizzazione inferiore alla soglia di 500 milioni di euro, che quindi non sono soggette alla tassa per l’anno considerato;
  • le società quotate in Borsa che risultano esenti per effetto di regole specifiche (es. sede legale estera o forme societarie particolari).

Esistono anche azioni quotate sul nostro listino che sono esenti dalla tassa perché hanno la sede all’estero.

Esempi di società esenti nel 2025

(classificazione su base MEF / Borsa Italiana, non esaustiva ma rappresentativa)

  • Campari (sede estera)
  • Exor (sede estera)
  • Ferrari (sede estera)
  • Stellantis (sede estera)
  • STMicroelectronics (sede estera)
  • Tenaris (sede estera)

Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere

Le autorità italiane considerano la Tobin Tax come uno strumento di copertura finanziaria per la legge di bilancio, soprattutto per:

  • compensare modifiche significative in altre imposte (es. doppia imposizione sui dividendi);
  • sostenere l’equilibrio dei saldi pubblici.

Sebbene si parli della modifica per il 2026, le notizie dell’ultima ora suggeriscono che l’aliquota potrebbe essere progressivamente adeguata nei successivi anni fino al 2028 in base alle valutazioni di finanza pubblica, anche se non esiste in questo momento un decreto definitivo pubblicato con tabelle tariffarie post-2026 sulle fonti ufficiali.

La regola della capitalizzazione

L’investitore che eventualmente volesse ricercare le azioni che non pagano la Tobin Tax potrebbe essere tentato dal fare una veloce ricerca per capitalizzazione, ma vanno valutati alcuni aspetti importanti.

La Tobin Tax sulle azioni si applica agli acquisti di azioni emesse da società italiane che hanno una capitalizzazione media superiore a 500 milioni di euro.

La capitalizzazione di riferimento non è quella del giorno, ma la capitalizzazione media del mese di novembre dell’anno precedente, calcolata secondo i criteri stabiliti dal MEF.

Se una società non supera quella soglia, le sue azioni non sono soggette alla Tobin Tax per l’anno successivo.

Quindi fare una verifica odierna di capitalizzazione non è utile: è meglio affidarsi all’elenco ufficiale del MEF inserito in questo articolo.

Ribadiamo due precisazioni fondamentali

Conta l’emittente, non il mercato

La tassa riguarda azioni di società italiane.

Come detto in precedenza molte società quotate a Milano non pagano la Tobin Tax perché hanno sede legale all’estero (Ferrari, Stellantis, Exor, STMicroelectronics, ecc.), indipendentemente dalla capitalizzazione.

L’elenco ufficiale è annuale

Ogni anno il MEF pubblica l’elenco ufficiale delle società soggette ed esenti.

È l’unico riferimento valido: non basta guardare la market cap “a spanne” su un sito finanziario.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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