Molti investitori oggi sembrano convinti che il peggio sia alle spalle ma noi vogliamo fornire ai lettori del Circolo degli Investitori una voce fuori dal coro che arriva da oltre oceano. Il giornalista canadese David Lin nel suo report pubblicato su Substack ha intervistato diversi esperti, vediamo le loro opinioni.
Riepilogo del mercato azionario USA
La volatilità sui mercati si è significativamente ridotta nella settimana dal 21 al 25 aprile. L’indice VIX è sceso a 24,84 venerdì, dopo aver toccato quota 35,75 all’inizio della settimana, grazie all’ottimismo su un possibile accordo commerciale tra USA e Cina e ai risultati positivi delle principali big tech.
L’S&P 500 ha recuperato dopo le vendite di inizio settimana, chiudendo con un rialzo del 5,59%. Il Nasdaq è salito del 6,7%, mentre il Dow Jones ha guadagnato il 2,5%. Il rally è stato alimentato dai buoni risultati di Alphabet, Tesla, Nvidia e Meta Platforms. Tesla, nonostante una trimestrale poco brillante, è balzata di quasi il 24%. Alphabet è salita dell’1,5%.
Il rendimento del Treasury decennale è sceso al 4,32% il 24 aprile (dal 4,42% di inizio settimana), in scia alle aspettative crescenti di tagli dei tassi da parte della Fed.
Nonostante il clima più positivo, l’S&P 500 resta in calo dell’1,5% su base mensile e il Dow perde il 4,5% da inizio aprile. Il tono più conciliante del presidente Trump sui dazi ha aiutato a ridurre le perdite iniziali, ma i mercati restano estremamente sensibili ai titoli su commercio e segnali macroeconomici globali.

Effettivamente, se visualizziamo l’indice S&P 500 con time frame mensile notiamo un forte riassorbimento nel mese di aprile, sintomo che i compratori hanno avuto la meglio sui venditori. Ma, al contempo, notiamo una certa difficoltà nel superare i massimi in questi primi giorni di maggio.
Sell in may and go away?
Peter Berezin (BCA Research): “La recessione inizierà entro l’estate”

Peter Berezin, Chief Global Strategist di BCA Research, ha affermato che le recenti dichiarazioni ottimistiche del Segretario al Tesoro Scott Bessent su un accordo imminente con la Cina non sono credibili, poiché Pechino non avrebbe reali incentivi a trattare.
“La realtà è che la Cina non ha motivi seri per trovare un accordo con gli Stati Uniti. Le esportazioni verso gli USA rappresentano solo il 2% del PIL cinese. Possono facilmente compensare l’impatto con stimoli interni, se vogliono.”
Berezin prevede l’arrivo di una recessione entro l’estate 2025, indicando segnali concreti come il calo delle offerte di lavoro, l’aumento dei tassi di insolvenza e l’eccesso di scorte nel mercato immobiliare.
“Nel secondo e terzo trimestre vedremo un mercato del lavoro molto più difficile”, ha dichiarato. “E con ogni probabilità una recessione che inizierà entro l’estate.”
Un altro campanello d’allarme è il comportamento anomalo di bond e dollaro:
“Il fatto che il dollaro si stia indebolendo oggi ci dice qualcosa di importante,” ha spiegato Berezin. “Sempre meno investitori lo vedono come un bene rifugio.”
Nonostante questo scenario, Berezin ha confermato il suo target di fine anno per l’S&P 500 a 4450, prevedendo però un calo degli utili del 10%. Il consiglio agli investitori: sottopesare l’azionario, aumentare la liquidità e favorire settori difensivi. L’oro viene considerato promettente, mentre Bitcoin va trattato con prudenza.
Christopher Whalen: “Le banche sono solide, ma l’oro resta consigliabile”
Secondo Christopher Whalen (Whalen Global Advisors), l’attuale volatilità rappresenta un’opportunità d’acquisto più che un pericolo. Ha recentemente acquistato American Express su debolezza, sottolineando che:
“Il messaggio che do è: calmatevi, studiate, e pensate a cosa volevate comprare l’anno scorso ma era troppo caro.”
Whalen sostiene che Trump stia cercando di ristabilire un equilibrio commerciale globale e che i dazi causeranno sì “più inflazione e meno crescita”, ma senza minare il sistema bancario:
“Le banche oggi hanno troppo capitale per avere problemi seri. I rischi sono sul lato immobiliare commerciale, non su quello dei consumatori.”
Per la protezione del capitale, consiglia oro, sostenuto da scarsità di offerta e acquisti delle banche centrali.
Felix Zulauf: “La recessione globale è già in corso”
Felix Zulauf, fondatore di Zulauf Consulting, ha dichiarato che la correzione di aprile (circa -20%) ha incorporato le cattive notizie attese, ma il contesto resta difficile.
“Tutto ciò che temevo si è concretizzato nei minimi di aprile.”
Zulauf sottolinea che la fiducia nei confronti del dollaro USA è in calo:
“Il dollaro ha perso lo status di principale valuta di riserva.”
Secondo lui, oro e pochi altri asset sono davvero rifugio. Le obbligazioni a lungo termine sarebbero oggi “più rischiose dell’azionario”. La ripresa arriverà solo dopo stimoli fiscali, allentamento monetario e inflazione più alta. Target S&P 500: 7.500 entro il 2027.
Luke Groman e James Thorne: “L’oro può salire fino a 7.000 dollari”
Luke Groman e James Thorne hanno analizzato le implicazioni delle nuove politiche tariffarie USA. Groman parla di un cambiamento radicale:
“Gli USA vogliono che gli investitori riportino i capitali a casa. Altrimenti, meglio metterli in oro.”
Entrambi mettono in discussione la sostenibilità del debito americano, con spese per interessi e previdenza già superiori alle entrate fiscali. Groman: “Quello non è più debito AAA, è spazzatura speculativa.”
Gold è l’asset consigliato. Groman lo vede a $7.000, Thorne a $5.000 entro il 2028.
Nicky Shiels (MKS Pamp): “Domanda delle banche centrali spinge l’oro a $3.700”
Secondo Nicky Shiels, il rally dell’oro sopra i $3.400 è trainato da domanda istituzionale, in particolare delle banche centrali.
“L’oro oggi non ha correlazioni. È su una traiettoria autonoma.”
Target: $3.700 nel 2025, con un massimo storico reale (corretto per l’inflazione) di $3.580 nel mirino. La forza dell’oro, nonostante i rendimenti obbligazionari in crescita, segnala sfiducia nel Treasury USA.
L’argento, invece, dovrebbe fermarsi tra i $32 e $35. L’instabilità commerciale pesa più delle tensioni geopolitiche.
Jeff Christian (CPM Group): “La crisi del debito è qui, ma l’oro non ha finito la sua corsa”
Jeff Christian spiega che il picco dell’oro è dovuto soprattutto alle reazioni dei mercati dopo l’annuncio globale dei dazi da parte di Trump il 2 aprile.
“L’oro oggi sta battendo azioni, obbligazioni, rame, petrolio e argento. Perché è il rifugio a cui tutti corrono nei momenti difficili.”
Secondo Christian, le probabilità di recessione sono ormai accettate anche dai grandi player: “Goldman Sachs dice 46%, JP Morgan 50%.”.
A sentire certi esperti, il pessimismo non manca. D’altra parte, anche il Titanic partì con il bel tempo.