A 76 settimane dall’ultimo Halving, la storia dei cicli di Bitcoin mostra sempre lo stesso schema: il picco e poi la discesa. Ma il 2025 potrebbe riscrivere le regole.
I cicli del Bitcoin
Nel 2023 avevamo analizzato sul Circolo degli Investitori il ritorno del ciclo del Bitcoin nel nostro approfondimento “Il 2023 sarà l’anno di un nuovo ciclo per il Bitcoin?” — dove ricordavamo come ogni halving, cioè il dimezzamento dell’emissione dei nuovi Bitcoin, abbia sempre segnato la fine dell’inverno cripto e l’inizio di una nuova fase di rialzi.
Per chi vuole rileggere quella interessante analisi sempre attuale: Il 2023 sarà l’anno di un nuovo ciclo per il Bitcoin? – Circolo degli Investitori
Quell’analisi si concludeva con una domanda rimasta aperta: i cicli del Bitcoin continueranno a ripetersi, oppure la presenza dei grandi fondi e della nuova liquidità istituzionale finirà per modificarli per sempre?
Oggi, a distanza di quasi due anni, il grafico sembra suggerire che siamo arrivati esattamente al punto critico del ciclo.

Il grafico che racconta visivamente i cicli

Nel grafico settimanale del Bitcoin che pubblichiamo qui sopra ogni linea gialla rappresenta un halving:
- luglio 2016,
- maggio 2020,
- aprile 2024, l’ultimo ancora in corso.
Dopo ciascuno, il mercato ha impiegato circa 75-78 settimane per toccare il massimo del ciclo.
- Dicembre 2017 dopo il secondo halving,
- Novembre 2021 dopo il terzo,
- e oggi, novembre 2025, siamo a 76 settimane dal quarto.
Un dato sorprendentemente costante.
E, nella storia, da questo punto in avanti è sempre iniziato il crollo: prima il picco, poi la correzione profonda fino all’inizio dell’inverno successivo.
Halving o fondi: chi detta il ritmo?
Qui nasce la domanda dalla difficile risposta.
Se i precedenti tre cicli sono stati guidati da un’economia ancora dominata dall’effetto “scarcity” dell’Halving, il contesto attuale “potrebbe” essere diverso, vediamo perché:
- gli ETF spot hanno canalizzato miliardi di dollari di capitali istituzionali;
- la liquidità globale dipende dalle politiche delle banche centrali;
- i miner affrontano un rendimento dimezzato con costi energetici crescenti.
- ci sono fondi di private equity come Microstrategy di Michael Saylor che basano il loro business esclusivamente sul Bitcoin
- ci sono sempre più articoli che invogliano all’acquisto di Bitcoin come “Ogni 8 ore nel mondo una persona diventa milionaria grazie al Bitcoin.”. Notizie vere ma che possono alimentare la FOMO.
È possibile che questa volta la ciclicità storica venga interrotta?
È possibile che il flusso dei fondi sostituisca il ruolo dell’offerta nel guidare il prezzo?
Ovviamente, come sempre, non conosciamo il futuro ma ci limitiamo ad analizzare i fatti storici offerti dai grafici.
Uno schema che si ripete… fino a quando?
Dal 2016 al 2025, il modello appare quasi geometrico:
- 75 – 78 settimane tra halving e massimo,
- poi 50 – 60 settimane di discesa,
- e infine la ripartenza circa un anno prima del dimezzamento successivo.
Un’architettura temporale che si è mantenuta sorprendentemente stabile, al punto da sembrare un metronomo del mercato cripto.
Ma la vera incognita è che per la prima volta nella storia di Bitcoin non è più solo un mercato retail.
Oggi i protagonisti sono fondi, ETF, desk di trading istituzionale e grandi aziende che accumulano o liquidano posizioni in base alla gestione di portafoglio, non alla narrativa ciclica.
Analisi grafica Bitcoin a novembre 2025

Bitcoin qui sta testando la media mobile a 50 periodi, l’ultimo taglio ribassista sul settimanale risale a marzo 2022, seguito da un calo del -67%.
Grazie agli strumenti messi a disposizione dal Circolo degli Investitori possiamo notare che il Trendycator è diventato grigio ma, cosa ancor più importante, l’Oscillator è in divergenza negativa da diversi mesi indicando un calo della forza sul titolo.
Non intendiamo prevedere catastrofi, o creare allarmismi, ma senz’altro la situazione va monitorata con attenzione.
E se il 2025 fosse l’anno della rottura con il passato?
È quindi legittimo chiedersi: questa volta il “dato che prevede il crollo” sarà smentito?
Perché se il modello storico dovesse reggere, l’attuale area temporale corrisponde proprio alla zona di massimo rischio del ciclo quadriennale.
Ma se i flussi dei fondi e l’ingresso della finanza tradizionale continueranno a sostenere il mercato, potremmo assistere per la prima volta a un ciclo rialzista che non si interrompe all’appuntamento previsto.
Chi vincerà?
Come ormai sta diventando consuetudine, si dice che oggi è diverso perché dieci anni fa non c’erano gli ETF, non c’era Michael Saylor che comprava milioni di BTC al giorno e non c’erano i fondi istituzionali pronti a gestire liquidità globale.
Eppure, la matematica dei cicli resta lì, visibile sul grafico, pronta a ricordarci che il mercato non dimentica mai le sue simmetrie.
Vincerà l’Halving o i fondi?
Staremo a vedere, ma lasciamoci con un ragionevole dubbio: se vincerà l’Halving, impatterà solo su Bitcoin o trascinerà con sé anche le altre criptovalute?
È tutta una storia ancora da scrivere.
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