Durante le sessioni individuali che il Circolo degli Investitori da tempo fa con i propri iscritti spesso mi sento domandare dove arriveranno le Borse.
Fare delle previsioni è sempre impresa ardua secondo noi, per quello che ci limitiamo a riportare quelle delle grandi Banche d’affari, nello specifico Goldman Sachs è la stessa che aveva pronosticato i 6.000 punti di S&P500 già a inizio anno.
Sempre Goldman Sachs si mostra ancora ottimista sul futuro dell’indice S&P500, indicando in un’intervista del 15 novembre scorso, un target di 6.300 punti entro la fine dell’anno. A sostegno di questa previsione ci sono diversi fattori: il clima di ottimismo post-elettorale negli Stati Uniti, una stagione degli utili sorprendentemente positiva (+8% su base annua nel terzo trimestre, contro il +3% previsto) e un massiccio programma di riacquisti azionari, con circa 6 miliardi di dollari reinvestiti ogni giorno. Anche l’attivazione degli investitori retail, tornati protagonisti dopo mesi di assenza, contribuisce a spingere i mercati, insieme a segnali di ampliamento della partecipazione di settore, con un interesse crescente verso azioni finanziarie e titoli legati alla ricostruzione in Ucraina.
Nonostante le valutazioni elevate, Goldman Sachs sottolinea che, finché gli utili aziendali e i dati economici continueranno a sorprendere positivamente, i mercati rimarranno resilienti. Tuttavia, il rischio di movimenti bruschi nei tassi di interesse, unito a fattori inflazionistici come i dazi e il deficit federale, potrebbe rappresentare un ostacolo. La prossima lettura chiave per il mercato sarà il dato sui Non-Farm Payrolls del 6 dicembre, che potrebbe influenzare le attese su ulteriori tagli della Fed entro fine anno.
Ormai si naviga a vista: un giorno ci sono i timori per le leggi russe sul nucleare e il giorno seguente l’ottimismo per l’economia resiliente.
Restiamo sul pezzo.