Dopo il forte ribasso seguito al Capital Markets Day, il titolo Ferrari è tornato al centro dell’attenzione. In pochi giorni le azioni hanno perso oltre il 15%, trascinate da una serie di interpretazioni negative sul piano industriale e finanziario. Ma dietro la reazione immediata dei mercati commentata in questo nostro articolo La Ferrari elettrica crolla in Borsa. – Circolo Investitori, è giusto dare uno sguardo approfondito ai fondamentali del titolo.

Secondo l’analisi di Flavio Cereda, Investment Director di GAM, la struttura del gruppo di Maranello resta solidissima. Al di là delle oscillazioni di breve periodo, il concetto cardine rimane quello di “esclusività per sempre”: la Ferrari continua a rivolgersi a un pubblico estremamente ristretto — appena l’1,2% degli High Net Worth Individuals nel mondo — in un contesto in cui la ricchezza globale di fascia alta è in costante aumento.

La vera protagonista dell’evento è stata la Ferrari Elettrica, la prima vettura completamente a batteria nella storia del marchio. Un progetto ardito ma che, nelle parole del management, rappresenta “un concetto nuovo” e introduce soluzioni tecniche mai viste prima: pacchi batterie ad alta tensione e a basso spessore integrati nel telaio e facilmente sostituibili, inverter incorporati negli assi elettrici, sospensioni attive indipendenti su ciascuna ruota.
Le prestazioni, almeno sulla carta, sono già da record: 0–100 km/h in 2,5 secondi, velocità massima di 310 km/h e oltre 500 km di autonomia. Anche la sfida del suono è stata affrontata in modo originale: non con artifici elettronici, ma amplificando il rumore reale del motore elettrico, ancora non svelato al pubblico. Alcuni clienti di punta (VIC) hanno già potuto provarla in anteprima, e i primi riscontri sembrano incoraggianti.

Le immagini trapelate fanno pensare a una sportiva rialzata, più vicina a un piccolo SUV che a una coupé tradizionale, ma le proporzioni e le linee restano inequivocabilmente Ferrari. Nessuna indicazione ufficiale, per ora, su prezzo e autonomia definitiva. È stato invece ridimensionato l’obiettivo di produzione elettrica al 20% entro il 2030, contro il 40% previsto in precedenza: una scelta coerente con la fase di rallentamento della domanda globale di veicoli EV.

Significativa la frase del CEO Benedetto Vigna: “Alcuni clienti non guideranno mai un veicolo elettrico, la maggior parte lo farà, e molti nuovi clienti guideranno solo veicoli elettrici.” Una dichiarazione forte, che sintetizza bene il tentativo di traghettare il marchio verso una nuova era senza rompere il legame con la tradizione. Le parole chiave del piano sono agilità, tradizione, esperienza di guida e coerenza: un equilibrio delicato, ma cruciale per la continuità del mito Ferrari.

Sul piano finanziario, i numeri restano robusti: buyback e dividendi per complessivi 3,5 miliardi di euro entro il 2030, capitale circolante neutro e piena liquidità prevista a fine piano. Anche l’aumento di circa 200 punti base dell’aliquota fiscale non sembra in grado di alterare la traiettoria. Il modello di business appare intatto, con un potenziale di rialzo che dipende più dalle scelte interne che dalle condizioni esterne.

Titolo Ferrari in Borsa

Perché allora il mercato ha reagito con tanta durezza? Le ragioni sono due: un CAGR dei ricavi sopra il 5%, inferiore alle stime del consensus (8–10%), e un margine EBIT oltre il 30%, ma comunque 200–250 punti base sotto le aspettative. La differenza, spiega GAM, deriva in parte dal nuovo tetto di spesa per la Formula 1 fissato a 215 milioni di dollari (contro 135 milioni attuali), e in parte dalla decisione di non aumentare ulteriormente la quota di personalizzazioni per non compromettere il valore di rivendita delle vetture.

Per gli analisti di GAM, tuttavia, la delusione del mercato nasce più da aspettative irrealistiche che da debolezze reali: la guidance è prudente, non pessimista, e il brand resta un unicum nel settore del lusso automobilistico.

Dal nostro punto di vista, Ferrari continua a rappresentare una società di altissima qualità. Se il management saprà gestire con equilibrio questo “cambio di paradigma” – l’ingresso definitivo nell’era elettrica senza snaturare la propria identità – il titolo potrà tornare a correre anche sul fronte borsistico.

Analisi tecnica azione Ferrari ottobre 2025

Analisi tecnica azione Ferrari ottobre 2025
Titolo Ferrari su scala weekly. Grafica e dati Tradingview.com. Elaborazione Circolo degli Investitori per mezzo dell’indicatore Trendycator®

Sul piano grafico, il titolo ha trovato un supporto significativo sulla media mobile a 200 periodi settimanale, un’area che in passato ha coinciso con minimi di accumulazione. Il canale discendente in formazione potrebbe rappresentare una zona di interesse per i fedelissimi del marchio, mentre un ritorno stabile sopra quota 400 euro sancirebbe la ripresa di forza strutturale del trend.

Fonte: “Ferrari – Uno sguardo alle fondamenta e al futuro del marchio”, a cura di Flavio Cereda, Investment Director Luxury Brands di GAM (ottobre 2025).

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è un giornalista - pubblicista iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Torino. E’ tra i fondatori del Circolo degli Investitori ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha guidato il team di sviluppo che ha creato il Trendycator. Disclaimer: L’autore Walter Demaria non detiene strumenti finanziari oggetto delle proprie analisi al momento della pubblicazione. Il nostro giornale rispetta la Carta dei Doveri dell’Informazione Economica Clicca qui--> Informazioni metodo Clicca qui-->

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