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Il cervello umano rifiuta la negazione: se chiediamo ad una platea di ascoltatori di non pensare ad un elefante, la prima cosa che verrà visualizzata nella loro mente è proprio l’elefante.

Forse per questi motivi che le riflessioni sulla recessione si sono fatte nel corso dell’ultimo anno sempre più insistenti, fino a diventare ossessione, come in una sorta di illusionismo di massa perché se è sempre stato così, deve essere così.

Oggi il mondo finanziario si divide fra chi prevede la recessione e aspetta, e chi decide comunque di operare perché lo dice magari il Trendycator.

Cos’è la recessione

Di fatto però non c’è accordo oggi su cosa voglia dire realmente recessione:

-secondo la definizione accademica siamo in recessione quando ci sono due trimestri consecutivi di PIL negativo, nei fatti è successo negli USA l’anno scorso e non ce ne siamo neppure accorti.

-esiste poi il concetto di recessione basata sull’occupazione. Questo tipo di recessione, solitamente è susseguente alla prima e non passa inosservata perché tocca il portafoglio delle persone e ne modifica i comportamenti e lo stile di vita. Anche le aziende modificano il proprio modo di lavorare ricercando nuovi prodotti e nuove efficienze di costo. Questo, nel medio periodo è il volano che genera una nuova, futura, accelerazione del ritmo di crescita del PIL.

Per ridurre l’inflazione salariale non è detto che la FED non decida di spostare, nel discorso che farà oggi, l’attenzione dall’inflazione ad un altro obiettivo, creando le condizioni per un nuovo rialzo.

Alcuni punti di PIL in meno non fanno notizia come abbiamo visto, ma se la Fed dovesse alzare ancora i tassi, allora creerà una “recessione percepita”, forse la più attesa della storia.

Questa volta però è tutto diverso, ed è forse per questo motivo che la FED è riuscita solo in parte a centrare gli obiettivi.

E’ vero che prima l’economia è stata spinta artificialmente al rialzo, però questo ha creato occupazione, ha creato salari al rialzo, ha creato un maggior risparmio; tutti fattori che hanno creato una situazione cuscinetto in grado di alimentare i consumi anche in presenza di inflazione.

La seconda parte del 2023 sarà un rebus che verrà risolto strada facendo.

Per le Borse, se il ciclo di crescita dovesse ridursi allora non avrebbero tanto spazio di crescita nel prosieguo dell’anno; se invece dovesse invertire, allora la correzione diventerebbe inevitabile.

Ma se gli utili aziendali continueranno a segnare nuovi record? Quale reazione potrebbe avere a quel punto la FED? Abbassare adesso i tassi vorrebbe dire creare le condizioni per una nuova fiammata dei prezzi.

Quindi meglio investire navigando a vista, utilizzando i nostri stop quando servono, avendo in mente un piano operativo chiaro.

Guarda il video per saperne ancora di più.

Buon CircoloInvestitori.

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Dr. Walter Demaria Laurea in Psicoeconomia, è uno dei più noti consulenti finanziari italiani. E’ tra i fondatori di Rendimento Fondi ed è editorialista di diversi quotidiani finanziari. Insieme a Massimo Gotta ha pubblicato “Investire in obbligazioni”, Trading Library, 2013, che è ad oggi un best seller tra i testi che si occupano in maniera operativa dell’investimento in obbligazioni. Ha un approccio ai mercati di tipo quantitativo e ha ideato il modello Trendycator che applica quotidianamente nella sua professione.

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