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Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita vertiginosa di alcuni titoli azionari, tanto da diventare difficili da acquistare per un investitore retail. Ecco perché a volte le società optano per il cosiddetto frazionamento azionario: vediamo cos’è in questo articolo, e le motivazioni che si nascondono dietro questa operazione.

Un frazionamento azionario, o split azionario, è esattamente quello che dice la parola: consiste nel dividere le azioni presenti sul mercato in più azioni, aumentando il numero totale di azioni della società. Questo significa che quando una società opta per uno split, aumenta il numero complessivo di azioni, mentre allo stesso tempo diminuisce il valore di ognuna di queste azioni.

Questa divisione, però, non comporta un cambiamento nella valutazione complessiva dell’azienda, così come una variazione nelle posizioni dei singoli investitori: l’investimento e la capitalizzazione di mercato rimangono gli stessi di prima.

Il frazionamento azionario: un esempio numerico

Un’azione può essere divisa secondo un rapporto stabilito dall’azienda che effettua il frazionamento: i più comuni sono i rapporti 2:1, 3:1, 10:1, ma ci sono casi in cui una società vuole stabilire un rapporto di 100:1. Cosa stabiliscono questi rapporti? Se ad esempio un investitore possiede un’azione, e la società stabilisce un rapporto di 2:1, l’investitore possederà 2 azioni. Allo stesso modo, con un rapporto di 3:1, se un investitore possedeva un’azione, in seguito allo split avrà 3 azioni.

Vediamo un esempio numerico per capire meglio la logica. Un investitore possiede 10 azioni dal valore di 25 € ciascuna dell’azienda XY: la sua posizione è dunque di 250 €. Nel momento in cui l’azienda XY annuncerà ed effettuerà un frazionamento azionario, stabilito nel rapporto di 2:1, l’investitore avrà 5 azioni dal valore di 50€ ciascuna: l’investimento ammonterà sempre a 250€.

Rapporto 2:1Azioni posseduteValore della singola azioneValore della posizione
Prima dello split1025 €250 €
Dopo lo split550 €250 €

 

Allo stesso modo, la capitalizzazione di mercato dell’azienda XY sarà identica in seguito allo split azionario. Ipotizziamo che ad esempio abbia 10 milioni di azioni in circolazione, dal valore di 25€ ciascuna come detto prima: la sua capitalizzazione dunque sarà di 25 miliardi di euro. Dopo il frazionamento per 2:1, avrà 5 milioni di azioni sul mercato per un valore singolo di 50€: la capitalizzazione di mercato sarà sempre di 25 miliardi di euro.

Rapporto 2:1Azioni sul mercatoValore della singola azioneCapitalizzazione
Prima dello split10.000.00025 €25.000.000.000 €
Dopo lo split5.000.00050 €25.000.000.000 €

 

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Gli effetti di un frazionamento azionario per gli investitori

Vista la definizione che abbiamo dato, si può ora facilmente intuire che per gli azionisti esistenti il risultato è lo stesso: il valore totale delle azioni rimane invariato; gli investitori hanno semplicemente più azioni ad un prezzo inferiore.

Per i nuovi investitori invece, un annuncio di un frazionamento azionario può essere visto come un buon momento per comprare le azioni di quella specifica società, poiché il prezzo per azione sarà più basso, e dunque l’acquisto sarà più conveniente. Nel complesso, i frazionamenti azionari segnalano al mercato che il prezzo delle azioni della società sta crescendo e l’azienda è ottimista sul fatto che continuerà a farlo in futuro.

Perché le aziende dividono le azioni?

Ci possono essere diverse ragioni per le quali una società considera un frazionamento azionario. Dal momento che i frazionamenti azionari non aggiungono valore economico, molto si riduce a rendere le azioni più accessibili agli investitori retail. Infatti, quando si effettua uno split di azioni, la loro liquidità aumenta, e di riflesso il volume degli scambi migliora. Proprio per questo motivo, la maggior parte delle società che effettuano un frazionamento azionario vedono una crescita a lungo termine del loro prezzo delle azioni, poiché più investitori comprano azioni ora più “economiche”. In parole povere, perché il prezzo ridotto rende un’azione più economica, più investitori sono in grado di acquistarla, facendo salire la domanda e, quindi, il prezzo.

Vediamo dunque i tre motivi principali per cui una società può dividere un’azione:

  1. Rendere le azioni più accessibili. Lo scopo principale di un frazionamento azionario è quello di ridurre il prezzo di un titolo costoso – specialmente se paragonato al livello delle società concorrenti – rendendolo accessibile a più investitori;
  2. Creare più liquidità. Come detto prima, poiché uno split azionario aumenta il volume delle azioni in circolazione, riducendone il prezzo, il titolo diventa più facile da scambiare;
  3. Ravvivare l’interesse. Quando un’azione viene frazionata, significa che l’azienda è cresciuta molto in Borsa, ed è dunque percepita come una società di successo dal mercato: il fatto che il prezzo delle azioni di una società sia così alto da doverle frazionare indica che la società deve essere un buon investimento.

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Cos’è un frazionamento azionario inverso

Oltre al frazionamento azionario tradizionale, come lo abbiamo visto fino ad ora, esiste anche il cosiddetto frazionamento azionario inverso (anche chiamato raggruppamento) che, come si può intuire, è l’opposto.

Un frazionamento azionario inverso, infatti, si verifica quando la quantità di azioni in circolazione viene ridotta e il prezzo delle azioni viene invece aumentato. Per esempio, con un rapporto 1:2, se avevi due azioni di una società del valore di 10 euro ciascuna, ora avresti una sola azione del valore di 20 euro.

Sebbene i tradizionali frazionamenti azionari sono un’indicazione positiva del successo di una società, un frazionamento azionario potrebbe, anche se non è sempre il caso, indicare una società in difficoltà. Infatti, un’azienda potrebbe attuare un frazionamento azionario inverso quando il prezzo delle sue azioni è diventato così basso da rischiare di essere rimossa dal mercato per l’incapacità di raggiungere il prezzo minimo per essere quotata.

Come menzionato, però, non è sempre questo il caso: ad esempio, una società potrebbe optare per un frazionamento inverso semplicemente per rendere più attraente il titolo. Un prezzo più alto potrebbe indicare un migliore performance e stabilità del titolo, attraendo così potenziali investitori.

In ogni caso, per stabilire a quali dei due casi ci si trova di fronte, un investitore dovrebbe conoscere a fondo l’azienda, studiando i principali indicatori del titolo in questione e la sua situazione economica e finanziaria attraverso un’analisi di bilancio.

Conclusioni

Per riassumere, ecco i punti chiave da tenere a mente per quanto riguarda i frazionamenti azionari:

  • Un frazionamento azionario è una procedura con la quale una società aumenta il numero delle sue azioni in circolazione, riducendo allo stesso tempo il loro valore, senza però cambiare il valore totale delle posizioni detenute dagli attuali azionisti;
  • Per la società, anche se il numero di azioni in circolazione aumenta e il prezzo per azione diminuisce, la capitalizzazione di mercato (e il valore della società) non cambia;
  • Il motivo principale di un frazionamento azionario è quello di rendere le azioni più accessibili ai piccoli investitori e di ravvivare l’interesse sul mercato;
  • I frazionamenti azionari inversi, invece, si verificano quando una società divide, piuttosto che moltiplicare, il numero di azioni che gli azionisti possiedono (aumentando così il prezzo di mercato di ogni azione).

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È stato editorialista di diverse testate giornalistiche di tipo finanziario prima di approdare a Rendimento Fondi, dove è diventato presto la punta di diamante del team editoriale. È considerato nell’industria uno degli analisti top expert del settore automotive. È laureato in Economia Aziendale e in Management Internazionale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

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