In questi giorni la notizia ha fatto il giro del mondo: Warren Buffett, il leggendario “oracolo di Omaha”, ha annunciato il proprio ritiro in favore di Greg Abel. Una decisione inattesa, che in pochi si aspettavano davvero.
Ma se fosse proprio questa la chiave per interpretare in modo nuovo le massicce vendite di azioni che hanno caratterizzato tutto il 2024?
In molti, infatti, avevano letto quella mossa come un segnale di allarme: Buffett vende, quindi il mercato crollerà.
Semplice, diretto, allarmante.
Eppure, c’è un’altra ipotesi che merita attenzione. E se quelle vendite fossero state motivate da un’esigenza contabile interna, legata proprio al passaggio di consegne?
Da mesi si parla della strategia di Berkshire Hathaway: vendite record sul mercato azionario e liquidità accumulata in titoli di Stato USA, fino a raggiungere livelli mai visti prima – si parla di oltre 150 miliardi di dollari in cassa.
Un posizionamento interpretato dai più come un grido silenzioso: “Sta arrivando il disastro”.
Ma oggi, con i mercati che sembrano rimettersi in moto e le banche d’affari più note ancora ferme su posizioni difensive, il puzzle si compone in modo diverso. Se nel bilancio 2025 dovesse comparire una voce come “liquidazione indennità amministratore uscente”, la narrazione dominante dell’ultimo anno cambierebbe volto.
Forse Buffett non stava scappando dal mercato.
Stava solo chiudendo, con il suo solito rigore, una lunga stagione.