La Federal Reserve, dopo aver avviato una serie di riduzioni dei tassi d’interesse per stimolare l’economia, potrebbe adottare un approccio più cauto nel prossimo futuro. Sebbene gli investitori si aspettino un terzo taglio consecutivo domani, secondo un articolo comparso ieri sul WSJ i funzionari della Fed starebbero valutando la possibilità di rallentare o interrompere temporaneamente ulteriori riduzioni. Questa posizione riflette una crescente prudenza di fronte a segnali contrastanti provenienti dall’economia statunitense.
Un contesto economico in miglioramento
Dopo i primi due tagli di quest’anno, il mercato ha rapidamente scontato l’aspettativa di un ulteriore intervento della Fed. Tuttavia, alcuni dati recenti suggeriscono che l’economia stia mostrando segnali di rafforzamento:
- Stabilità dell’inflazione: i prezzi al consumo sembrano aver rallentato la loro corsa, avvicinandosi agli obiettivi della banca centrale.
- Solidità del mercato del lavoro: la crescita dell’occupazione è rimasta robusta, con una domanda di lavoro ancora elevata.
Questi fattori, combinati con un sentiment economico più positivo, spingono alcuni funzionari della Federal Reserve a riflettere sull’opportunità di mantenere un approccio più prudente. In altre parole, una riduzione eccessiva dei tassi potrebbe risultare prematura o addirittura controproducente.
Cosa aspettarsi dai prossimi mesi?
Nonostante l’ottimismo di molti investitori, la Fed è consapevole dei rischi di un eccessivo allentamento monetario. Il presidente Jerome Powell ha ribadito che le decisioni future saranno strettamente legate ai dati economici e alle tendenze inflazionistiche.
Se i segnali di ripresa dovessero consolidarsi, è possibile che la banca centrale scelga di interrompere temporaneamente i tagli ai tassi. Al contrario, un eventuale rallentamento della crescita economica o un ritorno delle pressioni inflazionistiche potrebbe spingere la Fed a rivedere questa posizione.
Se osserviamo il FEDWatch del CME le previsioni per la riunione di domani sono al 97% per un tasso tra il 4,25 e il 4,50 ma a gennaio l’81% delle probabilità sono per il mantenimento del medesimo target rate e appena un 16% di possibilità di un ulteriore taglio. Quindi di fatto tassi fermi.

Vedremo quali indicazioni emergeranno dalla riunione di domani e come reagiranno i bond a scadenze lunghe.