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Siamo in recessione: non è più una novità, dato che ormai questa parola riecheggia in ogni quotidiano, telegiornale o video social.

Del resto, molti governi europei stanno agendo a ritmo sostenuto per combattere un’inflazione record, come dimostrano i recenti annunci sul price cap sul gas in Germania, di cui RendimentoFondi ha parlato anche nel suo ultimo magazine.

E se i dati non mentono, basta prendere in mano gli ultimi report di Morgan Stanley per notare un trend netto e ben definito. Le ultime stime degli analisti di tutta Europa, infatti, restituiscono uno scenario nel quale la recessione è sì arrivata, ma con una certa differenza tra i Paesi: Francia e Spagna continueranno ad avere una crescita positiva del PIL nel breve termine, mentre in Germania e Italia è già negativa. Tuttavia, secondo gli esperti questa divergenza non durerà a lungo, e le economie di tutta Europa registreranno un calo a partire dal quarto trimestre del 2022.  

E se la recessione sembra ormai essere già arrivata, allora viene naturale porsi una domanda fondamentale: quando finirà la recessione?

Chi ci segue da tempo sa che noi di RendimentoFondi non ci limitiamo solamente alla lettura e all’interpretazione dei grafici di Borsa, ma anche a quelli macroeconomici, per avere chiaro e a 360 gradi il contesto nel quale l’economia mondiale si sta dirigendo e, di conseguenza, quale approccio agli investimenti suggeriamo ai nostri lettori

In questo articolo dunque studieremo insieme un grafico molto importante dalla Banca Centrale Europea, e insieme all’ultimo report di Morgan Stanley cercheremo proprio di comprendere quanto durerà questa nuova recessione.

Se preferisci, puoi guardare la versione video di questo articolo su YouTube:

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L’inflazione è destinata a rimanere

Ricordi quando lo scorso anno, nel corso dei mesi estivi, Jerome Powell, presidente della FED, pronunciò la famosa frase “l’inflazione è transitoria”? Ecco, da tempo abbiamo capito che non è più un fenomeno transitorio, e lo abbiamo provato tutti, da consumatori, sulla nostra pelle.

E secondo Morgan Stanley l’inflazione è destinata a rimanere anche nel 2023. Nel suo report si legge infatti:

Nonostante i sostegni dei governi europei, il potere d’acquisto delle famiglie si ridurrà ulteriormente per il resto del 2022 e per tutto il 2023. […] L’impatto della stretta monetaria sul PIL si farà sentire solo gradualmente: sempre secondo la nota banca americana, la Banca Centrale Europea aumenterà i tassi di 75 punti base nei prossimi giorni, seguito da un successivo rialzo di 50 punti base a dicembre e da un rialzo di 25 punti base a febbraio e marzo.

E se il rialzo dei tassi influirà sulla riduzione dell’inflazione, il PIL dell’Area Euro è previsto diminuire per tre trimestri di fila tra fine 2022 e metà 2023, portando di fatto a una vera e propria recessione, con un rimbalzo che faticherà a prendere vigore nella seconda parte dell’anno, in quanto l’inflazione elevata continuerà probabilmente ad avere un impatto sulla spesa.

Di riflesso, si legge sempre nel report di Morgan Stanley:

La crescita dei salari dovrebbe rimanere ben al di sotto dell’inflazione e i salari reali sono destinati a diminuire nel 2022 e ancora nel 2023. Inoltre, ci aspettiamo che una recessione nel 2023 influisca sul mercato del lavoro e possa causare un aumento del tasso di disoccupazione.

Quando finirà la recessione?

A conferma di ciò vogliamo riportare di seguito un importante grafico pubblicato dalla BCE, per studiarlo insieme a te: si tratta delle previsioni di crescita del PIL europeo.

In giallo possiamo notare la stima della BCE fatta solamente a giugno 2022, mentre in blu la stima fatta a settembre 2022. Da un primissimo confronto si nota nettamente come le previsioni si siano deteriorate in modo piuttosto importante.

Proprio per questo motivo ci si aspetta un ulteriore rialzo dei tassi a ottobre, seguito da ulteriori rialzi che porteranno il tasso nominale a 250 punti base.

quando finirà recessione
(Crescita del PIL dell’Area Euro. Fonte: Morgan Stanley su elaborazione Eurostat)

Soffermandoci più nel dettaglio su questo grafico, possiamo ottenere altre importanti indicazioni.

La prima è che adesso abbiamo almeno una stima temporale su quando finirà la recessione nell’Area Euro, o meglio, durerà almeno fino al terzo trimestre del 2023.

Il fatto è che non avremo un rimbalzo immediato come invece si era verificato nel 2020, sia per quanto riguarda i mercati finanziari che per l’economia in generale, in quanto gli stimoli delle banche centrali non possono durare in eterno.

Il secondo elemento degno di attenzione è che secondo le stime della BCE si avrà una normalizzazione del PIL a livello europeo, ma si tratterà di una normalizzazione su livelli piuttosto bassi.

Soprattutto questa considerazione non deve passare inosservata: negli ultimissimi anni siamo stati abituati a pensare alla Borsa come a qualcosa che non farà altro che salire. La realtà dei fatti è invece un’altra: i mercati finanziari non possono salire per sempre, soprattutto quando viene a mancare l’immissione di liquidità aggiuntiva da parte delle banche centrali. E chi ha vissuto la crisi finanziaria dei primi anni 2000 sa bene che ci sono voluti più di 10 anni perché le Borse tornassero ai livelli precedenti. Per questo motivo, in questa fase storica dobbiamo porre la massima attenzioni sui nostri investimenti.

Conclusioni

I dati e il grafico che abbiamo presentato parlano chiaro: secondo le stime più recenti abbiamo una risposta alla domanda “quando finirà la recessione?”. La recessione nell’Eurozona è destinata a durare almeno fino alla seconda parte del 2023, con un’inflazione che resterà molto alta per tutto l’anno.

Sempre secondo Morgan Stanley, infatti, il dato sull’inflazione raggiungerà il 5,2% annuo nel 2023, e in particolare vengono citati due dati molto importanti: a fine 2023, il petrolio avrà un prezzo di circa 110 dollari al barile, mentre il prezzo del gas sarà di circa 225 megawatt l’ora, ovvero intorno ai prezzi che stiamo registrando oggi.

Per questo motivo, i rischi mostrati potranno indurre le imprese e le famiglie ad adottare un atteggiamento prudenziale nel 2023, ed è anche il consiglio che dà RendimentoFondi agli investitori: facciamo attenzione a dove e in cosa stiamo investendo.

Buon RendimentoFondi!

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È stato editorialista di diverse testate giornalistiche di tipo finanziario prima di approdare a Rendimento Fondi, dove è diventato presto la punta di diamante del team editoriale. È considerato nell’industria uno degli analisti top expert del settore automotive. È laureato in Economia Aziendale e in Management Internazionale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

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