Arriva il recovery fund e le borse festeggiano, tutto come da copione o quasi.
Ammetto che in tanti anni un periodo così folle, da tutti i punti di vista, non lo avevo mai visto, tanto che diventa anche difficile per noi commentare lo scollamento evidente tra economia reale e virtuale.
Devo dire la verità, vista la pessima figura dell’Europa durante la crisi del 2008 quando la FED applicò subito una politica monetaria espansive mentre la BCE impiegò due anni, passati tra falchi e veti prima di trovare un accordo, mai mi sarei immaginato una reazione così repentina da parte delle istituzioni europee.
Stiamo parlando di pochi mesi et voilat, il Recovery Fund è servito. Certo, la discussione in parlamento è ancora lunga e il provvedimento non vedrà la luce prima di diversi mesi, probabilmente a pandemia finita, ma il passaggio parlamentare è indispensabile in democrazia.
Oggi le opposizioni in Italia temono che in quella fase possa venire drasticamente depotenziato dalle nazioni rigoriste, ma tant’è, la sola notizia che il carrozzone europeo si è mosso al piccolo trotto basta a far brillare le borse.
Il punto è che oggi viviamo in una società mediatica, e pare proprio che una notizia curi più di un vaccino.
Pensiamo all’assurdo, addirittura uno dei paesi che maggiormente beneficeranno degli emolumenti a fondo perduto sarà l’Italia! Fondo perduto e Italia, due parole che fino a pochi mesi fa se pronunciate all’unisono in Commissione europea si veniva inceneriti all’istante.
La ciliegina sulla torta è data dal fatto che il Recovery Fund verrà finanziato con una linea di debito comune, da non crederci, e quando Tremonti parlava degli Eurobond? Chi può dimenticare i commenti piccati? Altri tempi ormai.
C’è di più, il vantaggio competitivo di emissioni a tassi fortemente negativi
potrebbe addirittura avvantaggiare ancora di più l’Italia riducendone il divario con la Germania e facendo calare lo spread che potrebbe attestarsi in area 150/170 pbs entro l’estate.
La Von Der Leyen ha detto che “la discussione sarà lunga”, ma esiste già pronto sul tavolo il piano per fare accettare il piano ai rigoristi. Aprire ad una serie di concessioni in termini di rebates. Eh sì è il solito gioco del bastone e della carota, in politica se vuoi ottenere devi pagare dazio.
Quindi i negoziati sono attesi concludersi positivamente facendo leva soprattutto sui meccanismi cosiddetti di correzione del bilancio (rebates + trasferimenti fondi per Iva comunitaria). Quindi vai di rebates, ovvero sconti, che l’Unione europea nel corso degli anni ha garantito ad alcuni Stati e che ora prevedeva di eliminare gradualmente. Mah sì dai, in fondo se l’Olanda continuerà a rimanere un paradiso fiscale in terra europea chi se ne importa, l’importante è che noi abbiamo vinto, oggi, poi domani chi sa…
Ma noi non facciamo politica e ci occupiamo solo di Borse, dunque come detto all’inizio, l’unica cosa importante è che alle Borse tutto questo piace e dimostrano di crederci.
All’università mi dissero che le Borse dovrebbero valutare le aziende: se la Germania ha un PIL atteso del -6.6%, se gli Stati Uniti hanno una disoccupazione a livelli del dopoguerra e molte aziende stanno annunciando piani massicci di licenziamenti (ristrutturazioni dicono loro) come possono essere sui massimi?
Ormai tutto questo non conta più nulla, anni passati sui libri da buttare.
Quello che conta è solo che il 9 aprile 2020, in piena pandemia e quando sembrava che il FtseMib dovesse arrivare a 10.000, il Trendycator segnalava un Buy su Digital Bros e il giorno prima su Diasorin e chi avrebbe immaginato di raccogliere il 50% in un mese? Soprattutto chi si fidava ad investire sulla Borsa? Purtroppo la psicologia rappresenta da sempre il più grande freno agli investimenti.

Inutile dunque continuare a inerpicarsi su ripidi sentieri interpretativi, molto meglio abbandonare la discrezionalità e affidarsi a un metodo, lasciando a lui il compito di decidere se, come e quando operare.
Buon Circoloinvestitori.it